Diario di bordo
Pavia: Never Forget Langtang 
Energie condivise per rendere efficace la solidarietà con il Nepal post-terremoto
15 Luglio 2015
   

Il 3 luglio a Pavia, in piazza della Vittoria nella chiesa santa Maria Gualtieri, si è organizzato un evento dedicato alle vittime del recente terremoto, dal titolo “Dal Ticino all'Himalaya. Il percorso della solidarietà”, pensato da due dottoresse del Pronto Soccorso di Pavia, Sibilla Salvadeo e Barbarah Guglielmana. Nato da una conversazione fra le stesse due amiche, all’indomani del terremoto che ha colpito le terre nepalesi il 25 aprile, l’iniziativa è partita così dall’intento di capire cosa fare per essere necessari, ma anche efficaci, in una situazione di catastrofe, e insieme con l’obiettivo di dedicare all’associazione Never Forget Langtang, che da anni coopera con quelle terre, una raccolta fondi per i loro progetti di ricostruzione. Con il patrocinio del Comune di Pavia e del Comitato Pavia Asti Senegal il progetto ha potuto realizzarsi, raccogliendo molta attenzione e solidarietà, offrendo un interessante programma, che è spaziato dall’ambito sanitario a quello poetico, a quello coinvolto direttamente nelle terre terremotate con la parte fotografica e del racconto, all’arte della pittura e del teatro, e alla musica.

L’intervento del dottor Maurizio Raimondi, responsabile 118 di Pavia, ha portato la personale esperienza negli interventi dei terremoti all’Aquila, Carpi e Haiti, con immagini dei disastri, dei campi di soccorso organizzati per la gestione sanitaria, spiegando le criticità insite nell’aiuto immediato ma non organizzato, alla necessità di fornire ai residenti il necessario per gestirsi al di fuori delle strutture, cadute o pericolanti, sia ospedaliere che abitative, pensando alla sofferenza psicologica manifesta visivamente nelle brecce delle case, che corrispondono alle ferite visibili in un’esistenza distrutta.

È seguito il tempo poetico, dedicato ai terremotati di Haiti del 2010 nei versi di Barbarah «VIENIMI vicino/ presto, adesso/ che ci sono»; e nella voce della poesia nepalese di Iswar Ballaw «Guarda verso il cielo, ma non sempre: guarda spesso anche verso terra...» che invita a rimettere in cammino l’uomo per una nuova costruzione, e nelle parole del monaco buddista Milarepa, «A nord sull’immensa roccia rossa,/ l’avvoltoio, re degli uccelli, vive felicemente:/ è il veggente tra i pennuti/ meraviglia! Non uccide i suoi simili», l’insegnarci uno sguardo alto e dignitoso.

Il progetto NEVER FORGET LANGTANG, è stato portato negli occhi delle parole agli ascoltatori da Ester Luciani, partecipe di una spedizione in Nepal nel 2012, accanto al rifugista e alpinista Claudio Mazzolatti (che non ha potuto essere presente), fautore del progetto per il Langtang, meravigliosa terra di confine con il cielo, che si occupa di progetti di cooperazione con il Langtang da 17 anni, terre che sono le stesse interessate dal recente cataclisma e finite cinquanta metri sotto la terra di prima! La relatrice, amante della montagna, ha saputo portare delicatamente e con i tempi scanditi dalle musiche tibetane, le immagini e il ritmo di vita di quei villaggi, e delle loro esistenze abitate. Prima e dopo...

La performance di teatro e disegno è stata spettacolare, l’attore Luca Fagioli ha fatto riflettere il pubblico, facendolo viaggiare sulla strada del consumismo sfrenato e nella sua povertà interiore, sul significato della vita che può essere rovesciata improvvisamente da un evento, come quello del terremoto mettendola in discussione, e inducendoci a pensare se non sia il caso di accorgersi prima di noi stessi, questo usando parole calde, talvolta felici e talvolta spaventose sussurrate e urlate, mentre il pittore Fabio Tassi ci regalava un’estemporanea delle montagne nepalesi scure nel loro manto, innevate nel buio, ma poi adornate dallo sventolamento delle bandiere colorate a significare che si deve tornare a camminare, puntando altre bandiere per nuovi arrivi. Il quadro messo all’asta, ha contribuito alla raccolta fondi per il progetto.

Il momento musicale, scivolato via via per i tempi degli appuntamenti fitti e per l’inesperienza forse delle due dottoresse, spinte da un entusiasmo per l’evento, ha ballato molte gambe e diverse teste, nella suggestiva chiesa, calda di umanità e in temperatura! Delicato il duo Jum la Fleur, che improvvisava cucinando nuovi sapori a partire dalla musica del Mediterraneo, con il blues e le canzoni che ricordiamo, alla chitarra Nicola Cattaneo e alla voce Alessandra Lo Russo. I Macadam, entusiasti con le canzoni salvate nella lingua madre, hanno eseguito i loro pezzi in acustica all’esterno della chiesa, in un momento di ricerca d’aria da parte di tutti i partecipanti, coinvolgendo così in strada anche i passanti, Ivano Grasselli alla chitarra, Marco Sannella al contrabbasso, alla voce Betti Verri. I Deriva Acustica e The Band Feat Paolo Ciotta hanno scatenato il pubblico, in stranite covers e strumenti inediti concludendo la serata.

I collaboratori delle associazioni di Amnesty International, Emergency, Sea Secheperd, Ci siamo anche noi e Café hanno contribuito con i loro banchetti, espressione dei loro costanti impegni e della loro solidarietà.

Gli amici delle organizzatrici hanno contribuito a creare una tavola colorata, con cibi vegetariani e vegani. A distribuire le locandine per la città, informando in un passaparola la città di questo progetto vivendolo nella collaborazione. È stato uno scambio di energie umane, l’unione di tante piccole possibilità, che nella necessità insegnano il vero significato della vita: la condivisione.


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