Diario di bordo
Fecondazione, sentenza Corte Costituzionale su legge 40. Vittoria dei malati, fine della discriminazione 
Prime dichiarazioni in attesa di conoscere testo del dispositivo e motivazione
15 Maggio 2015
   

Dichiarazione di Filomena Gallo (Segretario dell'Associazione Luca Coscioni), Gianni Baldini e Angelo Calandrini. I tre avvocati sono i legali di Maria Cristina Paoloni, Armando Catalano, Valentina Magnanti e Fabrizio Cipriani, soci dell'associazione Luca Coscioni e portatori di patologie genetiche per cui il tribunale di Roma ha sollevato il dubbio di costituzionalità sulla legge 40 che vieta l'accesso alla procreazione assistita alle coppie fertili che hanno bisogno di eseguire indagini diagnostiche pre-impianto.

 

Enorme soddisfazione per la decisione della Corte Costituzionale di cancellare il divieto di accesso alla fecondazione assistita per le coppie fertili affette da patologia genetica. Apprendiamo la notizia dalle agenzie, ci riserviamo di entrare nel merito appena la Corte Costituzionale avrà emanato un comunicato stampa o pubblicato il dispositivo della sentenza.

Esprimiamo gioia insieme alle coppie che per tanti anni hanno solo desiderato avere un bambino sano ed evitare aborti.

Oggi è un giorno importante per tante famiglie. Questa era l'unica decisione che la Corte poteva prendere perché l'unica che equivale al rispetto di diritti fondamentali delle persone.

Si tratta della 36ª decisione di tribunali, di cui tre della Corte Costituzionale, che hanno smantellato la legge 40 del 2004.

 

 

Dichiarazione del dott. Luca Gianaroli (SISMeR), consigliere generale Ass. Coscioni:

 

«Negli ultimi 10 anni insieme a tanti colleghi, pazienti, legali e comuni cittadini ci siamo opposti con tutte le nostre forze alle restrizioni assurde e discriminatorie imposte dalla legge 40.

La sentenza odierna della Corte Costituzionale cancella finalmente gli ultimi paletti, permettendo l’accesso alla Diagnosi Preimpianto anche alle coppie fertili affette da patologie genetiche. Questo segna la fine della discriminazione nell’accesso alle cure, permettendo a molte coppie che già soffrono per la loro particolare condizione di avere la possibilità di sottoporsi a un percorso diagnostico-terapeutico efficace e sicuro che può prevenire esperienze drammatiche come la IVG o la morte in età infantile del proprio bambino a causa di gravi patologie.

Ancora una volta, come è accaduto in occasione delle precedenti sentenze relative alla Legge 40, i giudici si sono dimostrati più attenti ai diritti e alle necessità dei cittadini rispetto alle istituzioni politiche, che hanno sempre anteposto posizioni ideologiche talvolta anche molto discutibili e prive di fondamento medico-scientifico, al benessere e alla salute dei propri concittadini».

 

 

(Note diffuse a cura di Valentina Stella – responsabile Ufficio Stampa Associazione Luca Coscioni, Redazione “il Maratoneta” e “Voltaire” su Radio Radicale – nella serata di giovedì 14 maggio)


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