Diario di bordo
Peppe Sini. Una franca parola ai governanti europei
23 Aprile 2015
 

La maggiore responsabilità per le stragi nel Mediterraneo è dei governi dei paesi dell'Unione Europea.

Se i governi dell'Unione Europea consentissero alle persone in fuga dalla fame, dalle guerre, dall'orrore e dalla morte di poter giungere in modo legale e sicuro nel nostro continente e salvare così le loro vite, nessuna di esse si affiderebbe ai trafficanti illegali o salirebbe su un "barcone della morte", ma tutte ovviamente utilizzerebbero mezzi di trasporto legali e sicuri.

Per salvare le vite di tutte le persone in fuga dalla fame, dalle guerre, dall'orrore e dalla morte che attualmente rischiano di morire nel Mediterraneo occorre quindi questo e non altro: che l'Unione Europea, o almeno l'Italia, consenta loro di giungere nel nostro paese, nel nostro continente, in modo legale e sicuro.

E nell'attuale drammatico frangente la prima cosa da fare è approntare uno straordinario intervento di trasporto pubblico e gratuito, navale ed aereo, che queste persone soccorra e tragga in salvo nel Mediterraneo, ma anche nel deserto e lungo l'intero tragitto intrapreso in cerca di salvezza.

Soccorrere, accogliere ed assistere gli esseri umani in pericolo di morte è un dovere non solo morale ma anche giuridico: omettere di soccorrere chi rischia di morire significa infatti farsi complici della sua morte, reato previsto e punito da tutti i codici penali del mondo.

Questo è il dovere dei governi dell'Unione Europea: soccorrere, accogliere ed assistere le persone in fuga dall'orrore e in pericolo di morte; consentire a tutti gli esseri umani di giungere nel nostro continente in modo legale e sicuro, con mezzi di trasporto legali e adeguati.

 

Peppe Sini

(da Voci e volti della nonviolenza, 23 aprile 2015)


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