Lo scaffale di Tellus
Nicola Scinetti. Il Regno di Carrère
14 Aprile 2015
 

è qualche giorno che vorrei scrivere qualcosa a proposito del nuovo libro di Emmanuel Carrère Il Regno (ADELPHI 22 euro)

ma non riesco. penso:

una buona recensione de Il Regno dovrebbe utilizzare le stesse regioni letterarie con cui Carrère ha costruito il suo testo: realtà e illusione.

fermi tutti:

oggi è una bellissima giornata di sole, la clientela latita, la piazza è zeppa d'auto e proprio in questo momento, Papa il Senegalese, mio vicino d'affari, sputa un poco della sua noia sui ciottoli di piazza San Giovanni

realtà e illusione, quindi...

per portare a termine le 428 pagine de Il Regno ho letto circa due/tre ore ogni santa notte.

ho atteso che mio figlio si addormentasse nel suo lettino, che la mia compagna spegnesse l'abat-jour sul comodino, ho atteso che tutto divenisse quiete...

le prime cento pagine de Il Regno (Prologo. Parigi 2011 / Una Crisi, Parigi 1990-1993) le trovo apertamente claustrofobiche: la vita di Emmanuel Carrère, la sua fede, il suo ego, la conversione, le preghiere, la famiglia, l'amico, la governante folle, ecc. ecc. ...

a quelle ore della notte un uomo meriterebbe letture meno impegnative. non è un'osanna alla superficialità, il mio: amo la profondità, ma non per questo vivo nel sottosuolo...

"ma è realtà o illusione la scrittura di Carrère?"

così interrogo Clemente, grande lettore, che in pochi giorni, in occasione di un appuntamento a Roma, s'è divorato Il Regno.

"Il Regno è realtà e al tempo stesso illusione", risponde Clemente

la seconda parte de Il Regno s'intitola Paolo. Grecia, 50-58

apro parentesi (ho letto la bibbia tempo fa, non per ricerca spirituale, quanto per curiosità letteraria...

al termine del Pentateuco ho abbandonato il Vecchio Testamento; i Vangeli... sì... letti; Atti degli Apostoli? anche... le Lettere, no... – di quelle non ho che un vago ricordo date le letture in chiesa...)

chiusa parentesi.

di Paolo quindi non so nulla tranne che, come recita la Bibbia, fu folgorato sulla via di Damasco

in Paolo. Grecia, 50-58, Carrère fornisce notizie più o meno utili, senza le quali non avrei mai potuto discutere di Gesù & Company con Alberto Gobetti (grande fan di Paolo)

la seconda parte del libro mi piace, la lettura scorre via leggera, come in un movie di matrice Hollywoodiana

ma è con la terza parte de Il Regno (L'inchiesta, Giudea, 58-60) che mi par di afferrare la poetica letteraria di Carrère.

in questa parte Emmanuel Carrère da buon sceneggiatore qual è fa interpretare a Luca la parte di un detective selvaggio.

infatti, dopo averlo spedito in giro per il mondo accanto a Paolo, qui Carrère pone Luca stesso sulle tracce di Gesù, facendogli compiere una vera e propria inchiesta.

a questo punto il Mistero del romanzo mi è chiaro:

il Regno di cui parla Carrère non è quello di Dio, ma il Regno della scrittura.

come non pensarci prima?

per Carrère il Vangelo di Luca è un grande romanzo

detto questo, tutto è meno complicato:

dunque Il Regno non è un libro né sulla fede, né sulla spiritualità e neppure sulla vita di Gesù e neppure ancora sulla verginità di Maria

qui, si va disquisendo di Letteratura, quindi d'arte: meglio ancora Il Regno non è un romanzo sulle Sacre Scritture, piuttosto è un testo sulla sacralità della scrittura

non a caso nella quarta parte, quella intitolata Luca. Roma 60-90 Carrère va raccontando di Marziale, di Tacito, di Seneca...

ancora: Scrittura sulla scrittura.

realtà e illusione. illusione e realtà.

 

Nicola Scinetti

(Blog albolibreria.it, 11 aprile 2015)



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