Diario di bordo
Alba, 17 novembre 2006. Di terra, di luna, di cavalieri... 
Si festeggia il ventennale culturale dell'Associazione Arvangia
Antonio Adriano
Antonio Adriano 
05 Novembre 2006
 
Nel mese di luglio il Piemonte ha pianto la morte di Antonio Adriano, direttore del museo della cultura del gesso di Magliano Alfieri, personaggio convinto che «il feticismo tecnologico del nostro tempo dissolve una memoria fatta d’erba e di terra e il ricordo della fatica lunga delle generazioni che anno dopo anno, zappata dopo zappata, mietitura dopo mietitura, hanno costruito l’orizzonte del nostro paesaggio, il dialetto che ancora parliamo». A lui e a tanti altri “cavalieri della luna e dell’utopia” è dedicata la manifestazione intitolata “Terra ritrovata” che sarà ospitata venerdì 17 novembre, con inizio alle ore 17, presso l’Auditorium della Fondazione Ferrero, in via Strada di Mezzo, ad Alba. Una manifestazione che ha come protagonista la cultura nascosta del mondo contadino, per tanti anni timida e solitaria, timorosa di alzare la mano, di dare segni della propria esistenza.
«Questa terra è la mia terra. Terra d’erba, di luna e di gesso…» scriveva Antonio Adriano come titolo alla cartella fotografica edita nel settembre del 2002. Prendiamo a prestito quel titolo per spiegare il senso della manifestazione ospitata dalla Fondazione Ferrero. Lo facciamo con una dedica in primo luogo proprio ad Antonio Adriano. «La cultura della piccola comunità, i volti della gente, i gesti del lavoro e della festa, i campi, le strade, i fossi, i profili delle colline, le piante, il fitto reticolato della piccola proprietà rurale, i muri delle case, il legno inciso, il gesso modellato, le tracce degli animali sulla neve» erano per Antonio «una storia imparata sin da bambino dal discorrere dei vecchi e durante i giochi coi compagni sulle aie o nei campi», storia che procurava dolore nell’assistere impotenti al «caos che spezza il tessuto sociale dei rapporti con la terra, gli uomini, gli animali e le piante». Antonio sottolineava che la cultura offre a ciascuno di noi «la possibilità di farsi viandante che tende ai luoghi originari perduti per potervi ancora dimorare e poter dare un nome e un’immagine alle cose».
In tanti in questi anni hanno camminato da viandanti nella direzione indicata da Antonio. Lo ha fatto l’architetto astigiano Gigi Gerbi, ideatore del premio destinato ai restauri conservativi “Case di pietra. Le case della terra”. Lo ha fatto Angelo Manzone che in anni non sospetti, in totale e orgogliosa solitudine, ha iniziato a cantare nel piemontese della sua parlata, ha composto poesie dolcissime, le ha musicate, ha fatto spettacolo e suscitato emozioni. Lo hanno fatto Carlin Del Santo, Manrico Punzo, Carlo Brocardo, Luigi Ravina, Massimo Bonzano e tanti altri, che hanno raccontato con semplicità l’epopea dei contadini emigranti e soldati, renitenti per sfuggire il malor della guerra e della fame. Lo ha fatto Sergio Gorzegno, che all’Arvangia, al bel canto di tradizione piemontese, alle Langhe e alla memoria ha portato in dono la forza delle sue idee.
La manifestazione “Terra ritrovata” vuole essere la festa di tutti coloro che hanno profuso impegno con l’obiettivo di dare visibilità alla cultura nascosta, meno conosciuta e poco appariscente, che personaggi straordinari come l’Antonio Adriano del Museo dei gessi di Magliano Alfieri hanno saputo vivere con amore, intelligenza e passione.
All’incontro prenderanno parte un gruppo di amici che in questi anni hanno seguito con simpatia l’avventura culturale dell’Arvangia: Oscar Barile, Luciano Bertello, Luis Cabases, Laurana Lajolo, Giancarlo Montaldo, Josè Pellegrini, Mauro Aimassi, Gino Scarsi e tanti altri.
L’incontro di venerdì 17 novembre è, però, soprattutto la festa di tutti gli arvangisti e i lettori del Lunario che in venti anni hanno saputo condividere scritti, pensieri, opere, proposte, presenza. La festa di chi ha collaborato al Lunario, di chi ha partecipato ai concorsi, di chi è stato premiato, di chi ha messo a disposizione il proprio tempo o la propria capacità creativa.
È per questa ragione che tutti gli artefici della cultura nascosta, a qualunque territorio appartenga, sono invitati a segnare l’appuntamento sulla propria agenda, sollecitando amici, conoscenti, familiari a partecipare, in modo che sia per tutti un momento di gioia e di intima soddisfazione. Per partecipare bisogna prenotare in tempo utile per telefono ai numeri 0173-33592 (ore ufficio) o 0173-35946 in orario serale oppure all’indirizzo di posta elettronica info@casamemorie.it. A chi comunicherà la propria presenza per venerdì 17 la Segreteria Arvangia sarà lieta di riservare un posto a sedere e l’invito alla merenda sinoira che chiuderà l’incontro. Con la stessa cordialità sarà possibile mettere a disposizione pacchi strenna ad arvangisti vecchi e nuovi che non vogliono perdere l’appuntamento annuale con i libri “che camminano”.
Ricordate: appuntamento da non perdere ore 17 di venerdì 17 novembre presso l’Auditorium della Fondazione Ferrero di Alba “Festa arvangia della terra ritrovata: una festa culturale che porta fortuna”.
 
Monica Pio

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