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Vetrina/ Daniela Şontică. Cinci poeme: 1. Violinista sul tetto
Vincent Van Gogh
Vincent Van Gogh 
29 Marzo 2015
 

La farfalla con la sua simbologia è tema dominante della bella poesia di Daniela Sontica, intensa tedofora della tradizione surrealista romena. Anche il nome del giornale, Lumina, di cui è caporedattrice connota gli sprazzi di luce fantasmagorica che, tra abisso esistenziale e riconoscimento dell’altro come fratello, oscilla tra baratro e risurrezione. C’è un tempo della poesia che trascorre sui tetti da cui suona il violoncellista, c’è un tempo del mondo, della realtà, della storia che contraddice il cuore, l’estasi, la forte valenza del sentire e lo naufraga nell’indifferenza, falsità, crudeltà. In questa netta contrapposizione, la scelta di diventare farfalla per vivere in accelerazione il fremito caduco delle ali. La poetica di Daniela Sontica, nel canto intenso di un giorno per amore, camminerà al di là del Sahara e conoscerà distese desertiche e presagi di infinitudine. Crisalide di abissali solitudini, la parola dell’autrice scivola dai tetti, gioca con i gatti, recita versi, stravolge l’ordine consueto e Lot amerà e maledirà per sempre. La statua di sale tornerà a vivere nel suo essere donna alla quale neanche una condanna impedirà d’amare. (Patrizia Garofalo)

 

 

 

Scripcarul pe acoperiş

 

Sunt scripcarul pe acoperiş,

vreau să spun de pe toate acoperişurile lumii.

Copiii de lapte mă ştiu,

se sperie de paşii ce se aud înfundat

până în inimă,

pisicile mă recunosc ­- noaptea alergăm împreună

şi râdem de versurile noastre triste,

doar voi nu mă cunoaşteţi,

cu ceasurile

potrivite după un alt timp.

Îmi pare rău, dar

când scrieţi poezie

din plictisul grăsuţ al fericirii

din mâinile voastre stângi se ivesc

excrescenţe în loc de mângâieri,

iar mânile voastre drepte

nasc umbrèle de carne

să vă adăpostească de întâmplări.

 

Şi nu este ceea ce credeţi.

Ploaia cade pe acoperişurile de tablă,

pisicile alunecă de pe coame,

oraşul se deşiră în hohote

din hainele aproape largi.

 

 

Violinista sul tetto

 

Sono violinista sul tetto

e dei tetti del mondo voglio narrare.

I neonati mi conoscono,

spaventati dai passi che risuonano cupi

fino al cuore,

i gatti mi riconoscono – di notte corriamo insieme

e ridiamo dei nostri versi tristi,

però voi non mi conoscete,

i vostri orologi sincronizzano

un altro tempo.

Mi dispiace, ma

quando scrivete poesia

frutto della grassa noia del benessere,

dalle vostre mani sinistre spuntano

escrescenze che simulano carezze,

e le vostre mani destre

partoriscono ombrelli di carne

per mettervi al riparo dalla mala sorte.

 

E non è come credete.

La pioggia cade sui tetti di latta,

i gatti scivolano dagli spioventi,

la città si sfilaccia in scrosci

dagli abiti quasi larghi.

 

 

 

Daniela Şontică. Nata nel 1970 nella regione Buzău, Romania, la scrittrice Daniela Şontică, è laureata della Facoltà di Filosofia e Giornalismo dell’Università Spiri Haret din Bucarest. Il suo esordio è del 1989 nella rivista della città di Iaşi, Convorbiri literare (Colloqui leterari). Ẻ autrice dei volumi Arlechin într-o pădure sălbatică (Arlecchino in una selva selvaggia), Editrice Vinea, 1995 (versi); Însemnări din pridvor (Appunti dal loggiato), Editrice Trinitas, 2013, (saggi) e Iubita cu nume de profet (L’amata dal nome di profeta), Editrice Tracus Arte 2014, (versi). Nel 2007 è stata premiata dalla rivista dell’Unione degli Scrittori Luceafărul. Attualmente è redattorecapo del giornale Lumina. Apparentemente semplice ma di forte valenza epico-etica, la poesia di Daniela Sontica ripropone il più delle volte il ricorso alle fiabe d’infanzia o alla mitologia biblica. La loro coinvolgente tenerezza, drammaticità e senso di umana fratellanza, umiltà e pietà si coniugano con la vocazione alla poesia mediante la quale Daniela Sontica alza spesso barriere a difesa di realtà invadenti e spietate della nostra attualità. (a cura di Geo Vasile) 


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