Diario di bordo
Roberto Malini. Festa della donna. Un pensiero alle Romnì
08 Marzo 2015
 

La fotografia mostra una delle tante azioni di sgombero cui EveryOne Group ha assistito negli ultimi anni. Siamo nel 2009; l'alba è passata da poco. Oltre 20 uomini in divisa, tutti armati, fanno irruzione in una fabbrica abbandonata, rifugio scelto da alcune famiglie Rom romene indigenti ed emarginate. Gli agenti gridano, intimano a tutti di radunarsi fuori dal capannone, come se si trovassero davanti a una banda di pericolosi criminali. Un assistente sociale annuncia a gran voce che i nove bambini presenti nella comunità saranno trasferiti in una casa di accoglienza. C'è già un furgone pronto per loro. Qualcuno riesce a chiamarci al telefono e noi attivisti di EveryOne Group accorriamo. Siamo sul luogo dello sgombero in pochi minuti. Le Romnì piangono e si lamentano, dopo aver ascoltato la sorte che aspetta i loro bambini. Li stringono al petto. Una donna cade a terra. Madri e padri di famiglia in lacrime dicono che si daranno fuoco se la autorità porteranno via i loro i bambini. Noi difensori dei diritti umani siamo minacciati di arresto, se osiamo intervenire, anche solo per assistere la donna svenuta: "Non muovete un passo o vi portiamo via in manette!".

Ci è proibita la mediazione umanitaria e nessuna assistenza viene offerta a chi si sente male. Interveniamo ugualmente, nonostante gli agenti ci guardino in cagnesco. Mentre ci muoviamo, siamo al telefono con l'europarlamentare Viktoria Mohacsi, che sente ogni cosa e prepara una relazione per il Parlamento europeo e il Consiglio d'Europa. Accanto ai nostri fratelli Rom, aiutiamo la donna, chiamiamo un'ambulanza e confortiamo i bambini. Poi, sottovoce, parliamo con alcune delle coraggiose Romnì e insieme a loro inventiamo e mettiamo in atto una delle più straordinarie azioni umanitarie della nostra storia...

Ogni giorno, ancora oggi, tante donne Rom e Sinte subiscono atti ostili, ingiustizie, abusi. Le prigioni femminili sono piene di Romnì, in una percentuale incredibile, che supera in alcuni casi, come nella prigione di Nisida (Napoli), il 90% della popolazione carceraria. È a queste donne, a queste madri, a queste anime generose, depositarie di antichi valori e antiche tradizioni, che pensiamo con solidarietà e amore nella ricorrenza della Festa della Donna 2015.

 

Roberto Malini


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