Prodotti e confezioni [08-20]
Anteprima/ "Cenere sulle ciglia", il nuovo libro di poesia di Daniela Malini
17 Febbraio 2015
 

St. Paul's Bay (Malta) – È imminente l'uscita in libreria della raccolta di poesie Cenere sulle ciglia di Daniela Malini, pubblicata in edizione cartacea ed ebook da Lavinia Dickinson Editore. Nei giorni scorsi la poetessa ha ricevuto l'invito a partecipare all'evento letterario e civile "Poesia perché tutti abbiano cibo", che si terrà all'EXPO di Milano 2015. Insieme a lei, sono stati invitati i poeti Roberto Malini, Steed Gamero, Elisa Amadori Brigida, Santino Spinelli, Michael Rothenberg, Terri Carrion, Kujtim Pacaku, Michael McClure, Isoke Aikpitanyi e altri. Proponiamo in anteprima, in esclusiva per TellusFolio, la prefazione di Roberto Malini e quattro poesie tratte dalla nuova silloge.

 

 

"Cenere sulle ciglia", poesia dell'inafferrabile

di Roberto Malini

 

La poetessa cammina lungo un viale deserto, in autunno. Sotto i suoi passi lenti, le foglie secche stridono e il loro lamento è quello di piccoli sogni precipitati dal nido, di tenui speranze schiacciate sotto il peso insopportabile dei giorni, di desideri che hanno perduto le ali e arrancano al suolo, con gli occhi fissi - o perduti - nella luce di un cielo che non raggiungeranno mai più.

Ma vedo nebbia 

che cancella il prato

vedo nuvole di piombo.

Questa breve, ma intensa e originale raccolta di poesie di Daniela Malini, che segue il libro di versi Bligal di pietra e luce, da noi scritto a due mani in un momento di grazia, non ci parla di dolore e angoscia né di fede o speranza, ma della necessità del vivere. Una necessità irrefrenabile e potente: la stessa che anima il filo d'erba che spunta nell'arido asfalto. La stessa che possiede le radici di un cespuglio, le rende incapaci di accettare la prigionia nella roccia e le fa crescere, senza curarsi dell'impossibile, finché spezzano la materia che le opprime e affondano ancora nella viva terra.

 

C'è una grande dignità nella poesia di Daniela. Paul Claudel scrisse nei suoi Diari che "dignità è un termine senza plurale". Senza modi né gradi. È l'ombra invisibile del nostro spirito. La poesia, quando è profonda e autentica, è circonfusa di questa virtù che è contemporaneamente luminosa e gravida di mistero. Un'antica allegoria mostra la dignità come una donna che incede fieramente guardando innanzi, portando sulle spalle senza apparente fatica un forziere ornato da preziosi decori, che immaginiamo contenga i ricordi di tanti anni, lieti e dolorosi, sempre inestimabili. Resistere alla gravità della vita, alla mutevolezza del sentire e dell'amare, alla paura, alla perdita, al tempo che spegne la luce. Daniela è cosciente dell'inganno che si cela in ogni illusione, anche in quella che si mostra eterna come una certezza. Ed è proprio per questa sua consapevolezza che sa cogliere le sollecitazioni provenienti dal mondo degli esseri umani e da quello naturale. Mondi pieni di memoria e di simboli, di domande e risposte, di polveri e bagliori. Come cenere sulle ciglia, la vita che ha assopito i nostri cuori improvvisamente ci ridesta, ci avverte che un altro istante è passato e che non è più tempo di indugi. Se non possiamo afferrare la felicità, che fugge come uno spirito inquieto nel canneto delle aspettative, possiamo fermarci e tendere i sensi - tutti i sensi, anche quello meraviglioso dell'intuizione - fino a cogliere nel vento che passa fra i giunchi la voce dell'eterno, che non è mai nel vivere, ma al di là del vivere.

Una sull'altra

inconsapevoli

intessono

tappeti di vuoto

le foglie

d'autunno.

Daniela vive così la sua poesia: oltre lo scorrere impietoso dell'esistenza, oltre la ricerca della felicità, che oscilla come un pendolo d'oro e non si ferma mai. La sorprende e riempie di gioia solo ciò che non muore, perché non appartiene alla materia del mondo, ma a quella dell'anima. È poesia che ha il suo sigillo nell'impermanenza, nell'inafferrabilità di momenti e cose, nell'inesistenza di un luogo fisico o spirituale che sia fermo e immutabile. È poesia che suscita emozioni profonde nel lettore, risvegliato da polveri d'anima che cadono sulle sue ciglia, invitandolo non al pianto, ma alla piena e consapevole accettazione del dono di vivere.

 

 

Nota biografica. Daniela Malini è nata a Milano e vive a Genova dal 1990. Si è laureata in pedagogia e insegna lettere nella scuola superiore statale. Poetessa e scrittrice, ha curato la pubblicazione di alcuni volumi d'arte e poesia giovanili con il patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione, della Regione Liguria e dell’Unicef. Ha ottenuto riconoscimenti in alcuni premi di poesia e ha pubblicato insieme a Roberto Malini il volume Bligal di pietra e luce (Lavinia Dickinson Editore 2012). È invitata a tenere reading nell'àmbito di festival di poesia nazionali e internazionali e fa parte del movimento globale 100 Thousand Poets for Change. Ha ideato progetti educativi sulla scrittura espressiva all'interno di realtà multiculturali, fra cui Caffè Shakerato Internazionale, un progetto che ha ottenuto diffusione in Italia e all'estero. Collabora con registi e artisti per progetti di teatro scuola e coordina eventi orientati ai giovani in collaborazione con istituzioni e associazioni culturali. È attivista di EveryOne Group e collabora stabilmente con l’Unicef per progetti umanitari e culturali.

 

 

 

Quattro poesie dalla raccolta Cenere sulle ciglia

 

 

Nuvole di piombo

 

Dalle stelle all’abisso

dal fuoco al gelo

scaglie di ghiaccio

come lame

tagliano in mille grigi

il cielo.

 

I bambini giocano

- non è successo niente -

e cammina a passi lenti

la gente 

o corre come sempre.

 

Ma vedo nebbia 

che cancella il prato

vedo nuvole di piombo.

 

Scendono sull’anima

come cenere

le stelle che si spengono.

 

 

Gommapiuma

 

Mi sono tagliata l'anima 

a pezzi

come gommapiuma

e ho premuto con forza

sulla chiusura

perché la contenesse tutta

la valigia

che ora viaggia con me.

 

 

Verde

 

Penetra il veleno

nelle caviglie nude 

e sale come ambrosia

la linfa nelle vene.

 

Ai bordi del sentiero

pozzanghere di cera

corpi sfiniti dai postumi

della tua stessa euforia.

 

Striata di verde 

scorre ancora 

nel sangue 

l'illusione.

 

 

Nido

 

Evapora febbraio

dagli abiti bagnati

e si allarga il mare

come un bianco d'uovo.

 

Un nido inaspettato

tra i rami d'acacia

annuncia l'alba

mentre piovono gocce 

dal muschio sui tronchi.

 

Distoglie dal rumore del bosco

quello dei sassi

in ritirata fra le onde

eserciti con spade levigate

sul fronte da sempre.

 

Un nido di niente.


TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276