Arte e dintorni
Roberto Malini. Un lampo di grazia dal Rinascimento: la Lippina di Fra Filippo
11 Febbraio 2015
 

Ogni tanto l'uomo, nel corso della storia, è raggiunto da un lampo di grazia – l'intuizione – ed è capace di ispirare i contemporanei e le generazioni future, mostrando loro un cammino nuovo e consentendo alla cultura e all'arte dell'umanità intera di progredire. Quando penso al Rinascimento e agli ideali di bellezza e armonia che ha portato in un mondo sempre travagliato da brutture e violenze, mi vengono in mente alcune opere d'arte che trasmettono i più alti ideali umani: dipinti che fanno parte dell'immaginario di tutti, come la Nascita di Venere, la Madonna del Cardellino o la Gioconda. Mi viene in mente, però, ancora prima, un'opera che fu di ispirazione per i più grandi maestri, da Botticelli a Leonardo. È la La Madonna con il Bambino e angeli detta Lippina, tempera su tavola (92x63,5 cm) di Filippo Lippi, databile al 1465 circa e conservata agli Uffizi di Firenze. È il capolavoro di Fra Filippo, che trasporta nella pittura i modelli scultorei, inventa un taglio completamente nuovo e pone il gruppo – madonna, Gesù bambino e due angeli – davanti a una finestra spalancata, che dà su un paesaggio di derivazione fiamminga. L'illusione creata dalle scelte prospettiche si dilata fino ai confini della visione mistica e la luce nitida di un giorno perfetto – pura e profonda come non si era mai vista prima – caratterizza l'insieme con la stessa sincronicità che vedremo in alcune opere di Leonardo. Una pietra miliare dell'arte, che incanta ancora oggi chi la ammira e gli fa pensare che certa pittura – citando il Vasari – sia «largita da Dio e non acquistata per arte umana».

 

Roberto Malini


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