Diario di bordo
Domenica/ Matteo Moca. Non abbiamo paura
Il disegno di Gipi per
Il disegno di Gipi per 'Internazionale'  
11 Gennaio 2015
 

Non è ovviamente necessario dire quanto l'attenzione di tutto il mondo sia stata catturata in questi giorni dai tristi fatti di Parigi. E non è altresì necessario descrivere le scempiaggini che sono state scritte sull'argomento, a partire dai post sui social network ad arrivare alle opinioni sui mezzi di informazione più o meno tali. Qui di seguito vorrei allora proporre alcune riflessioni particolarmente audaci ed intelligenti, che non si limitano a commentare semplicemente il fatto ma che vanno ad indagare i motivi e a riflettere sulla questione del limite della libertà.

La Domenica di oggi sarà interamente dedicata a questo argomento sperando di fare un servizio a chi si è interessato alla tragedia francese:

 

Per cominciare, l'alfabeto al contrario della strage di Parigi; Giovanni Fontana su Limes.

 

– “Come può una forza che corrompe, uccide, umilia, depreda, sradica e nega alla vita ogni dignità apparire così seducente in nome di questa stessa vita?” Stefano Chiodi su Doppiozero.

 

Rushdie, Carrère e Houellebecq; Belpoliti sempre su Doppiozero.

 

Peggio per tutti. Di Charlie Hebdo, della République e dell’apocalisse; Jamalia Mascat su Nazione Indiana.

 

Charleville Mezieres 1871-2015; Daniele Giglioli su Leparoleelecose

 

La tesi secondo cui il settimanale francese se la sia un po’ andata a cercare è diffusa al punto da non essere relegata al chiacchiericcio: ha raggiunto il New York Times e il Financial Times (su Rivista Studio).

 

– “Resistere” di Giovanni De Mauro su Internazionale.

 

La strage di Parigi riuscirà a far soffiare il vento dalla parte di Marine Le Pen e il suo Front National a un mese e mezzo dal volto per i dipartimenti? Andrea Luchetta su Pagina99.

 

– “I terroristi ci confermano che non c'è libertà senza i giornali. E che la libertà dei giornali arriva fin dov'è necessario, fino all'irriverenza nella storia di Charlie Hebdo”; Ezio Mauro su La Repubblica.

 

– “La verità è che il lavoro dei media è raccontare storie importanti nel modo più accurato e completo possibile: e come è fatto Charlie Hebdo e cosa offende i fanatici sono pezzi di questa accuratezza e di questa completezza”. Luca Sofri su Wittgenstein.

 

Charlie Hebdo and the Right to Be Offended; Mark Sharro su Atlantic.

 

I dubbi sulla libertà e il rispetto della vita umana nella società occidentale: Teju Cole sul New Yorker.

 

Matteo Moca


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