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Vetrina/ Federica Bonzi. Ritardi di me
09 Gennaio 2015
 

Lo sapevo

nulla cambia

oggi è ieri

con me

sempre in ritardo

 

Mai in mezzo

alla storia

troppo avanti

da restare indietro

indietro ero avanti

 

Mi sono persa

nell'andirivieni

delle turbolenze

di una vita agitata

molto agìta 

 

Sono una stanca

clandestina di me

 

Federica Bonzi

 

 

 

Scritta una settimana fa, sembra combaciare con i fatti di cronaca, il massacro della redazione di Charlie Hebdo a Parigi dove si tenne la prima dichiarazione dei diritti dell'uomo.

La poesia agita di Federica Bonzi, che si inserisce in tal contesto così barbaro, si potrebbe sintetizzare omnia mutantur, nihil interit. Un processo implicito all'inanità della Storia del progresso umano, dei diritti inalienabili, del diritto di proprietà che non deve esser inteso come proprietà acquistate ma di disporre di sé, della propria persona, del proprio lavoro, della propria libertà, di cui quella d'espressione è fondamentale. Questa sacrosanta autonomia di agire, di essere sé, è messa in seria discussione dall'imbarbarimento quotidiano. Da qui la chiosa superba e sincera, senza inutili orpelli... siamo tutti clandestini in un mondo siffatto. (Enrico Marco Cipollini)


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