Diario di bordo
Roberto Malini. La fede che uccide
09 Gennaio 2015
   

La fede in qualsiasi divinità o legge celeste ha senso quando arricchisce l'uomo di valori spirituali, amore reciproco, solidarietà, speranza terrena e ultraterrena. Quando la fede produce terrore, violenza, morte, essa diviene ideologia distruttiva, crudeltà, follia.

Mentre piangiamo le vittime del terrorismo a Parigi, non dobbiamo distogliere l'attenzione dai tanti altri luoghi del mondo in cui la fede non è preghiera, ma paura, orrore, discriminazione, sangue. L'organizzazione per la propaganda religiosa e il Jihad noto come Boko Haram rappresenta tragicamente l'orrida metamorfosi della fede in un mostro assetato di dolore e morte. È ormai difficile contare i bambini, le donne e gli uomini innocenti trucidati da questi carnefici senza umanità. Negli ultimi quattro giorni in Nigeria, nella città di Baga e nei villaggi limitrofi, i fanatici miliziani islamisti di Boko Haram hanno compiuto una strage di proporzioni immani: si vedono cadaveri ovunque e si contano già duemila esseri umani massacrati con una barbarie disumana. È tempo che l'indifferenza che circonda troppo spesso le vittime il cui martirio si consuma lontano dai paesi occidentali lasci spazio al dolore e allo sdegno, gli stessi sentimenti che proviamo di fronte alle vittime dell'11 settembre 2001 o a quelle del 7 gennaio 2015.

È tempo che l'intera civiltà intraprenda la via della secolarizzazione, affinché le religioni perdano la loro influenza – che troppo spesso è stata ed è devastante – sulla vita sociale dei popoli. È tempo che l'umanità, memore di tante persecuzioni e di tanti genocidi, condanni con rigore e fermezza qualsiasi ideologia o credo che promuova discriminazioni, violazioni dei diritti della persona, prevaricazioni, omicidi e guerre. Solo così ritroveremo il significato genuino della ricerca spirituale. Solo così saremo finalmente liberi.

 

Roberto Malini

 

 

Tf – Sull'argomento si segnala dal blog del Collettivo “Alzo La Mano Adesso!” l'interessante risposta di Karim Metref all'articolo di Igiaba Scego pubblicato su Internazionale il giorno del massacro a Parigi:

»» Io non mi dissocio da niente, in ALMA.blog, 8 gennaio 2015


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