Spinus
Un incubo vivente
03 Gennaio 2015
 

È la traduzione italiana del titolo di un video diffuso da due associazioni di difesa degli animali, la BUAV e la Soko-Tierschutz, girato sotto copertura in un istituto di ricerca leader nel l'Unione europea, l'Istituto "Max Planck" per la cibernetica biologica di Tübingen, Germania (MPI). A living nightmare si può visionare QUI.

Ma, in breve, che cosa si scopre guardando il video?

Innanzitutto il modo brutale in cui le scimmie sono state controllate e manipolate dai ricercatori, provocando gravi sofferenze. Sottoposte a interventi chirurgici al cervello per impiantare dispositivi nei loro crani; volutamente prive di acqua per giorni; controllate da un tubo collegato ad un collare intorno al collo; tenute in un dispositivo di ritenuta (chiamato 'sedia per primati') con la testa immobilizzata da un tubo impiantato nei loro crani, le scimmie sono state imprigionate al buio, in camere insonorizzate e costrette a svolgere compiti banali, più e più volte, per varie ore ad ogni sessioni, giorno dopo giorno, mese dopo mese. Si tratta di un incubo vivente per gli animali e la morte è la loro unica via di fuga.

L'industria della ricerca vorrebbe far credere che l'attività delle scimmie è "volontaria". Usano parole innocue come "formazione" e "sedute su una sedia". La realtà è, tuttavia, che questi animali selvatici sono stati costretti a fare queste cose privandole di acqua per giorni e dovendo restare immobilizzate in posizioni assolutamente anormali e scomode (potete immaginare, basta guardare il filmato) per moltissime ore. L'uso di sedie di contenzione, gli impianti nel cranio e morsetti nel collo provocano indicibili sofferenze.

Molti cosiddetti ricercatori dicono che la vivisezione non esiste più, nulla di più falso.

Nei laboratori dove si pratica la sperimentazione animale, durante varie inchieste, anche recenti, si scoprono tutti questi orrori. E non sono certamente casi isolati.

Anche in Italia all'interno dell'Università di Modena quindici macachi sono vittime da anni della vivisezione, altri sono prigionieri in un’Università a Roma.

È stata impedita loro la possibilità di vivere nel giusto habitat e sono costretti ad un’esistenza innaturale in un ambiente asettico e ad essere sottoposti a sperimentazioni invasive che si concludono con la soppressione, sono in corso varie iniziative che chiedono la liberazione di tutte le scimmie prigioniere.

Come cittadini possiamo fare varie cose per opporci a tutto questo, intanto firmando le varie petizioni che si trovano on-line, ma anche rifiutando di finanziare con i nostri soldi associazioni che finanziano ricerche su animali.

Per questo in Italia è nato il progetto "Italia Senza Vivisezione".


Per informazioni e adesioni Leal/SO:

michele.mottini@cheapnet.it

 

LEAL Sezione di Sondrio

(per 'l Gazetin, gennaio 2015)



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