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Cuba: L’arte di proibire reprimendo
(Foto Iván Gárcia)
(Foto Iván Gárcia) 
31 Dicembre 2014
 

Da una settimana, l’artista plastica cubana Tania Bruguera aveva annunciato che martedì 30 dicembre, alle tre del pomeriggio, avrebbe tenuto una performance a microfono aperto in Piazza della Rivoluzione

 

 


L'Avana, 30 dicembre 2014 – Nessuno squadrone antisommossa, né furgoni speciali o squadre di poliziotti nervosi che parlano concitati con i loro radio-telefoni.

Passate le due e mezza del pomeriggio, Plaza de la Revolución, area sacra dell’autocrazia verde olivo, era lontana dal sembrare un luogo assediato.

Tre o quattro pullman di turisti, come solito, a scattare foto al monumento di José Martí e la foto di Che Guevara in un’iconografia gigante all’ingresso del Ministero degli Interni, l’organismo, tra gli altri compiti, incaricato di reprimere coloro che a Cuba la pensano diversamente.

Da una settimana, l’artista plastica cubana Tania Bruguera, di 44 anni, laureata all’Istituto Superiore d’Arte dell’Avana, residente a New York e famosa per le sue irriverenti performances – come quella del 2009 alla X Biennale dell’Avana – aveva annunciato che martedì 30 dicembre, alle tre del pomeriggio, avrebbe tenuto una performance a microfono aperto a Plaza de la Revolución.

Il suo intento: che qualunque persona potesse parlare ed esprimere liberamente la propria opinione sul futuro dell’isola. Un futuro che, dopo gli annunci fatti il 17 dicembre dai presidenti di Cuba e degli Stati Uniti, riempiva di una certa speranza molti cubani, desiderosi di vedere finalmente la luce alla fine del tunnel.

Come dice il proverbio, “una cosa pensa l'ubriaco e un'altra l'oste”. Né al regime né all’UNEAC la cerimonia organizzata da Bruguera ha fatto piacere, dopo averla citata e screditata, mentre scrivo questo comunicato, non si sa se l’abbiano arrestata o obbligata agli arresti domiciliari.

Non soltanto a Tania Bruguera hanno impedito di raggiungere una piazza che tra due giorni celebrerà il 56° anniversario dell’ascesa di Fidel Castro al potere. Lo hanno impedito anche a una dozzina di dissidenti e giornalisti indipendenti, alcuni dei quali sono stati arrestati mentre uscivano dalle loro case per dirigersi alla piazza.

Dopo aver aspettato più di un’ora, sotto un forte sole invernale, una ventina di corrispondenti stranieri e giornalisti indipendenti, qualche curioso e poliziotti politici in borghese, abbiamo deciso di andarcene.

Una forma sottile di rimanere nell’arte di proibire reprimendo.

 

Iván Gárcia

(da Diario Las Americas, 31 dicembre 2014)

Traduzione di Silvia Bertoli


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