Diario di bordo
Andrea Ermano. Insomma, buon Natale
18 Dicembre 2014
 

I satelliti osservano, fotografano, documentano, archiviano. Che cosa? Che esiste quaggiù una specie di brace che non si capisce bene cos’è.

È l'umanità geopolitica geostazionaria in procinto di surriscaldarsi ulteriormente. Viene tenuta d'occhio da chi di dovere, inclusi i servizi di sicurezza, anche se finora le consuete attività di dissuasione pacificazione protezione non hanno né dissuaso né pacificato né protetto.

Tutt’intorno a noi si spara. A parte i tremendi casi di Sydney e Peshawar, si spara in Ucraina, dove l’inchiesta sulla morte di Andy Rocchelli e Andrej Mirnov risulta per altro assolutamente ferma e l'unica versione ufficiale fornita dalle autorità attribuisce l'accaduto ai "terroristi filorussi". Versione del tutto inattendibile perché rovesciata rispetto ai dati testimoniali da noi raccolti che imputano invece la sparatoria alle forze regolari.

Si spara in Libano, Turchia, Siria, Israele, Palestina, Iran, Iraq, Egitto, Libia, Algeria… Si spara molto ovunque.

Nel settore degli armamenti la crescita è un dato.

Si spara parecchio anche nell'Africa subsahariana. Il continente nero ha superato 1,11 miliardi di abitanti, e marcia velocemente verso il raddoppio demografico. Ci sono città, in Africa, che uno neanche se le immagina. Al Cairo, per esempio, vivono sedici milioni di persone. E la metropoli della Nigeria, Lagos, ha superato gli undici milioni.

Avranno acqua a sufficienza? Acqua dolce, s’intende, perché quella salata è tutto un altro discorso. A proposito, il nostro Governo si ascrive quale titolo di merito il superamento delle operazioni di salvataggio della marina italiana, che ora sono divenute operazioni di monitoraggio guidate dall'Unione Europea.

Quest'anno, sotto gli occhi geo-stazionari, sono annegati 3.500 profughi. “Mare Nostrum” non c'è più, ma c'è la Magliana a Roma, la 'Ndrina a Milano (e a Frauenfeld), la Sacra Corona a Bari, la Gomorra a Napoli e Caserta, il Mose a Venezia, le alluvioni a Genova e Firenze e ovunque.

Ci sono poi – come non menzionarle in tema di alluvioni? – le grandi banche: in Svizzera, Francia, Germania, Gran Bretagna, Giappone e negli USA.

 

Tutti – dalle grandi banche alle grandi mafie, giù-giù fino a Tizio Tazio – tutti ma proprio tutti hanno un enorme bisogno di soldi! Sembra che viviamo sul bordo della bancarotta finanziaria permanente. Il che appare inspiegabile. Oggigiorno la valuta viene generata con grandissima facilità da super-computer super-veloci, i quali però più denaro creano più gliene ne serve…

Curioso fenomeno macro-economico. Gli esperti ne attribuiscono la causa al Sistema degli interessi composti. Questi interessi composti sono come una sorta di “sudore”: sono l’essudato degli interessi semplici rappresentato in termini di moneta. È il sudore del denaro che lavora…

Aleggia una foschia universale, un'aria di crisi sistemica, dicono gli esperti dicono: prima o poi pioverà. E allora cadranno dal cielo della finanza globale bombe d'acqua di miseria sui giusti e sugli iniqui. Verrà giù un vero diluvio, dicono.

 

Insomma, buon Natale e felice Anno nuovo! Ancora una volta ci apprestiamo a collocare accanto all'asinello del presepio o sotto l'alberello del tinello il nostro Vaso di Pandora, numero d’ordine 2014.

È il dono di noi, umana gente, alle future generazioni.

Ma – per carità – non perdiamoci d'animo, non piangiamo, ché il nostro piangere fa male al re…

fa male al ricco e al cardinale

diventan tristi se noi piangiam.

 

Andrea Ermano

(da L'avvenire dei lavoratori, 17 dicembre 2014)

 

 



TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276