Spinus
Milano: chi è povero e vive di elemosina non potrà più tenere il cane con sé 
Partita una lettera da Ferrara al Sindaco di Milano. E da questi la risposta
13 Settembre 2014
 

Milano – Il Consiglio comunale milanese sta per votare il nuovo regolamento che riguarda gli animali. Sorprendente la norma che impedisce a coloro che sono costretti a vivere di elemosina di tenere con sé il proprio cane. Una norma che colpisce soprattutto i Rom. Se le persone povere, che sopravvivono solo grazie alla questua, saranno sorprese in compagnia del loro amico a quattro zampe, quest'ultimo sarà sequestrato dalle autorità. Nessun provvedimento, invece, per chi costringe il cane a partecipare a battute di caccia, per chi lo addestra con tecniche che somigliano a torture, per chi lo tiene chiuso in casa tutto il giorno costringendolo a una totale segregazione o a diventare un giocattolo per i bambini, come se fosse un “pelouche vivente”. (Roberto Malini)

 

 

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Ferrara, 14 settembre 2014

Sindaco Pisapia,

Le scrivo per aver letto di un'ordinanza che prevederebbe il sequestro dei cani dei mendicanti in quanto quest'ultimi li userebbero per ricevere questue più facilmente. Saprà meglio di me quante persone addestrano cani per scommesse, quanti li abbandonano e quanti li usano come “regalino” di Natale... saprà tanto altro in merito.

Io ho vicino a casa mia, a Ferrara, un discount dove staziona un mendicante che divide il pane o la mela o niente con il suo cane malandato. È l'unico alito umano che gli soffia vicino, è l'unico cuore che lo aspetta, è l'unico che lo sorregge e dà un senso alla sua vita. E come questo caso ce ne sono tanti.

Non approvi quella delibera, Sindaco! Pur cento casi di abuso per ricevere elemosine non valgono a cancellare altre storie d'amore, dedizione e coraggio. Non lo faccia, Sindaco. Per se stesso anche, e per noi che la stimiamo (parlo di miei amici cari nelle Marche, Toscana e Umbria e Lazio) e crediamo in persone come lei.

Perché ho scritto di farlo anche per lei? Perché l'amore va rispettato sempre, qualsiasi sia, perché è l'elemento fondante dell'umanità, dei popoli e della civiltà.

 

La prego, non si dimentichi di questa lettera e di me che l'ho scritta per stima nei suoi confronti

 

patrizia garofalo

[a: sindaco.pisapia@comune.milano.it]  

 

 

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Milano, 16 settembre 2014

Gentile Signora,

per incarico del Sindaco rispondo alla Sua bella e accorata lettera, della quale condivido il sentimento che la ispira.

Non tema, la disposizione del futuro regolamento animali del Comune (peraltro, una bozza ancora da approvare) non intende assolutamente penalizzare il senzatetto che vive col suo animale di affezione, quale che esso sia, né tanto meno recidere un legame di affetto spesso l'unico rimasto a un cittadino sfortunato. La disposizione si rivolge all'accattone professionale, che utilizza animali magari non suoi o condivisi con altri accattoni, magari ogni giorno diversi, per impietosire animi sensibili: in questi casi, ne converrà, non c'è da salvare un rapporto, ma solo da evitare lo sfruttamento che lede la dignità dell'animale e lo espone a maltrattamenti e a disagi. Il senzatetto che reclamerà il suo amico trova, proprio nella figura del Garante per la tutela degli animali, il tramite e la garanzia del mantenimento del suo rapporto affettivo.

Questa è la linea adottata anche per altri riguardi dall'Amministrazione comunale. Per esempio, è già operante in via sperimentale la possibilità per i senzatetto di trovare ricovero per la notte insieme al loro animale d'affezione, sicché non debbano, proprio per il loro legame affettivo, non poter usufruire di un servizio che il Comune offre agli indigenti.

Resto a Sua disposizione per ogni chiarimento che volesse chiedermi e La saluto con viva cordialità.

 

Valerio Pocar

Garante per la tutela degli animali del Comune di Milano


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