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Anterem: Addio a Jacqueline Risset
06 Settembre 2014
 

È morta il 3 settembre 2014 Jacqueline Risset, preziosa collaboratrice di Anterem.

Con la rivista ha condiviso la vitale stagione delle neoavanguardie, coniugata con la passione per la classicità.

Anterem ci offre la possibilità di leggere una poesia di questa autrice.

 

 

 

Jacqueline Risset

 

Sphère

 

 

Giorno intero

giorno intero e notte

 

 

Si avvince

alla stessa nota

 

E di colpo

persiane

calore potente

 

galoppo inatteso dei cavalli sull’asfalto

E il pianista si ferma

 

Male nella testa

 

 

E questo accordo

 

Splendido

 

 

insiste

 

 

Così si entra nella follia di un altro

 

divenuto

pazzo

 

e questa musica

lo conduce

 

o piuttosto:

egli conduce

questa musica

dalla sua testa

 

Musica di presenza angosciante

sospesa

 

La sospensione è bella

 

Quel che fa paura

è bello

 

 

Nell’istante successivo

gira su se stesso

nel teatro

all’aeroporto

 

Piccolissimo cappello che tiene

La testa

 

Egli tiene intorno a sé

In cerchio

Le forze che vengono

 

Benché siano invisibili

Egli scaglia

Verso di loro

 

Nell’ombra velocemente

 

Un colpo d’occhio poi gira

 

Rigira

Mazzo di rose rosa

Is a rose

 

Anche lei come te: lingua

Bloccata

Studia a Parigi lingua madre

Bloccata

Bloccante

 

Così nasce il poema

: di stupore – sorpresa

impotenza

 

 

arresto sulla consonante

del nome St-

arresto –

 

e l’opposto

: scatenamento fluido

notturno

 

forza nella forza

lo sguardo cede – follia

posture

 

la notte il corpo

sotto lo sguardo

che forza

 

 

Nella grande distesa dei giorni

Segni leggeri zampe sulla sabbia

Frammenti ritrovati nel mare

 

La bella vettura la silenziosa

Scivola tra i prati del tramonto

Erbe dorate

 

Lei non arrossisce nel bosco

Nella selva solitaria

Non sa più la via per tornare

 

Di nuovo chiama la sua infanzi

«mi vedi?»

«ti vedo»

 

La musica

Cristallina

Incespica

 

Quel che dimostra è irrefutabile

 

Oltre il vetro

 

 

– «ah vieni più vicino spiegaci»

 

 

Lei, distratta

Non si muove

 

 

– ascolta, forse?

 

 

 

 

Questa poesia è stata scritta dopo la visione di un film su Thelonious Monk (detto “Sphère”). Immagini del musicista in viaggio, in concerto, quando era ormai pazzo e la passione per la musica, la fusione del suo essere con la musica era divenuta totale e misteriosa: la musica come universo che rovescia quello solito, visibile e dominato. Inquietudine e certezza insieme, convocazione simultanea di metafore, scaglie di memoria, domande. E lei – la musica – chi è? Irraggiungibile, non risponde. La musica ascolta. Forse.

 

(Da Anterem n. 63 – Il numero della rivista è ormai introvabile)


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