Arte e dintorni
Gianfranco Cordì. Lo strardinario «paesaggio invernale» di Antonella La Rosa
01 Settembre 2014
   

Affermare di Antonella La Rosa che, nelle sue opere, si trova unicamente alle prese col problema del movimento è in qualche modo riduttivo. Il dipinto «Paesaggio Invernale» rappresenta più che altro un tipico istante di tempo della stagione atmosferica contrassegnata da fiocchi di neve e gelate. Ma questo «Paesaggio» nello stesso attimo nel quale viene dipinto (con l’uso dello strumento della spatola) diviene esso stesso il diveniente: un divenire che transita e si appoggia all’«invernale» contesto e contorno. Antonella La Rosa non è una pittrice di paesaggi e viepiù non è una pittrice di inverni. Più che altro, la nostra artista si pone come una pittrice della tela che configura un inverno restituito ad un qualche paesaggio – che di per sé, lontano da ogni estate, autunno o primavera, potrebbe essere davvero tutto (finanche inverno). La questione che attraversa la ricerca formale di Antonella La Rosa è dunque quella di un movimento che non rimane incapsulato nella tela. E di una situazione (un «Paesaggio Invernale») che non è affatto contenuto nel gesto e nell’estro pittorico. Ci si trova a confrontarsi – e ci si prova a misurarsi – con una giacitura paesaggistica che – lungo la direttrice di un inesausto movimento di spatola – prende le sembianze di uno scorcio gelato. Di un inverno restituito ai colori. Di una tela finalmente esaurita nel cangiamento di stagione. All’occhio allenato dalla visione esatta dei particolari, il dipinto «Paesaggio Invernale» di Antonella la Rosa restituisce il senso di un’azione che dal colore (suo momento iniziale) al fronte di un teatro invernale (suo momento finale) conduce il gesto libero della pittura lungo l’asse di un paesaggio pienamente invernale perché fatto de-fibrillare dagli interstizi della tela. In fondo il problema artistico di La Rosa non è rendere pienamente agli occhi dello spettatore il significato di una stagione di pioggia e di freddo. E meno che mai quello di far emergere i contorni di un ruscello o di una serie di alberi disposti in una valle. La mossa originale che configura il problema estetico è invece far emergere il freddo ed il gelo di un paesaggio rupestre attraverso una pittura che mira dritto (nel proprio movimento non verticale ma diretto all’attenzione esatta dello spettatore) alla testa di chi osserva il dipinto. In fondo in questo quadro è come se l’inverno ti venisse incontro. Antonella La Rosa, dunque, confeziona un dipinto originalissimo e vivace. Una dichiarazione di esistenza che sfida e sfiora chi osserva il quadro anche al di là di ciò che è dipinto. Un’indicazione precisa di intenti – dall’inverno allo spettatore. Un quadro veramente importante che merita una visione altrettanto attenta e precisa.

 

Gianfranco Cordì


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