Diario di bordo
Martina Simonini. EXPO, TTIP e neoliberismi
12 Luglio 2014
 

Non mi ha sorpreso il risultato elettorale europeo con il suo preoccupante avanzamento, in molte nazioni, dei partiti nazi-fascisti o xenofobi. Il trionfo del neo-liberismo senza etica ha portato a questo e al fatto che l'agenda politica viene dettata dai poteri economici e finanziari.

Non mi ha sorpreso quindi neppure il recente scandalo sulle mega-mazzette di EXPO 2015... l'odore di Tangentopoli si sentiva se si considera che si tratta di un affare da circa 14 miliardi!

Ma il problema principale di EXPO è che non si capisce cosa ci lascerà. A suo tempo, l'EXPO in Francia lasciò la tour Eiffel. Ci vollero due anni, due mesi e cinque giorni per completarla. A meno di un anno dall'apertura di expo 2015 non è ancora chiaro cosa lascerà questo grande evento.

Forse il problema principale è che EXPO 2015 non sarebbe dovuto accadere.

Inizialmente, io stessa sono stata affascinata dall'idea di un progetto che prometteva di produrre parchi, vie d'acqua, strade, centri congressi modernissimi, progresso, la fine della fame nel mondo, la collaborazione tra i popoli, ma soprattutto lavoro e ricchezza... Poi ho cominciato a leggere i numeri. Sono state fatte previsioni ottimistiche sul numero dei visitatori. I dati ufficiali stimano che 15 milioni di Italiani visiteranno EXPO 2015. Questo significa un italiano su quattro. Vi sembra credibile? Vi sembra credibile che possa contribuire alla fine della fame nel mondo o alla collaborazione tra i popoli?

E soprattutto, quali sono le collaborazioni che si prospettano? Non ce la raccontano giusta. Così come non ce la raccontano giusta sulle politiche europee.

Nessuno, neanche in campagna elettorale, ha parlato del TTIP: un patto tra USA e UE per il commercio e gli investimenti. Può anche darsi che questo accordo aumenterà il PIL ma abbasserà sensibilmente la qualità del nostro cibo: le leggi e i regolamenti USA offrono protezioni molto inferiori rispetto all'Europa. «L'armonizzazione legislativa proposta da USA e UE comporterebbe un grave abbassamento del livello di tutela del consumatore europeo, ad es. per quanto riguarda l'accesso al mercato degli organismi geneticamente modificati, la carne agli ormoni e i polli disinfettati con cloro. Il risultato potrebbe essere la progressiva scomparsa di una politica agricola sostenibile se l'Europa fosse costretta ad aprire i suoi mercati a prodotti USA non soggetti a normative più rigorose sul benessere degli animali, o norme sull'uso in agricoltura di pesticidi pericolosi, a cui sono invece soggetti i prodotti europei» (I quaderni di ATTAC Torino - n. 7, gennaio 2014).

EXPO parlerà di cibo... parlerà anche del TTIP?

 

Martina Simonini

(da 'l Gazetin, giugno-luglio 2014
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