Diario di bordo
Maria G. Di Rienzo. Frida
06 Luglio 2014
 

«La nostra Visio­ne è per un mon­do libero dal­le dise­gua­glian­ze, dove i diritti umani sono rispettati e dove le giovani donne e le ragazze hanno il potere di partecipare pienamente ed in modo effettivo alle decisioni che riguardano le loro vite e i loro mezzi di sostentamento.

FRIDA lavora verso un futuro dove, fra le altre cose, le giovani donne e le ragazze vivono le loro esistenze libere da violenza e povertà, possono ottenere un’istruzione e controllare le decisioni che riguardano i loro corpi».

Per ottenere questo, come le giovani dell’associazione FRIDA sanno bene (e agiscono di conseguenza), c’è necessità di tecniche e strategie multiple, ma spesso iniziative di valore che andrebbero nel senso della Visione del gruppo si arenano per il più banale – e allo stesso per il più spinoso – degli ostacoli: la mancanza di fondi. Perciò hanno deciso di finanziare le iniziative dei gruppi di giovani femministe che incontrino i loro princìpi, in tutto il mondo. Inoltre, «sostenere le giovani femministe è la chiave per l’espansione, la rigenerazione e la sostenibilità dei movimenti delle donne, sia ora sia in futuro».

Se ancora non sapete cosa sia una femminista, ve lo spiegano loro con chiarezza: una persona «impegnata a far avanzare eguaglianza di genere e i diritti delle donne tramite espliciti mezzi femministi. Basandoci sulla consapevolezza che la discriminazione è presente all’interno di tutte le società, usiamo il termine femminista per riferirci a persone che lavorano nei movimenti delle donne o in altri movimenti sociali per far avanzare l’eguaglianza di diritti, la giustizia, la dignità, la libertà e la sicurezza di donne, bambine e gruppi marginalizzati».

L’acronimo del loro nome spiega anche i punti chiave del loro lavoro: Flessibilità, Risorse, Inclusione, Diversità, Azione = FRIDA. A quattro anni dalla sua fondazione, l’associazione rimane l’unica al mondo interamente concentrata nel dare sostegno all’attivismo delle giovani femministe.

Purtroppo l’Italia ricade fra le nazioni “altamente industrializzate” che FRIDA, giustamente dal suo punto di vista, non prende in considerazione per il proprio intervento. E pur sapendo che i fondi andranno con esattezza dove c’è più bisogno di loro, non posso non sospirare dal desiderio che qualcosa del genere nasca anche da noi e aiuti le giovani femministe italiane ad avere maggior margine di manovra.

 

Maria G. Di Rienzo

(da Lunanuvola's Blog, 6 luglio 2014)


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