Il blog di Alejandro
Alejandro Torreguitart Ruiz. E ora facciamo festa il Venerd́ Santo...
16 Aprile 2014
   

Vivo nel paese più strano del mondo. Mia cugina dice di no, forse l'Italia è peggio. Io non lo so, ché da Cuba non mi sono mai mosso, ma lei ha sposato un italiano e sta lì da sedici anni, forse può dirlo. Pure suo marito, tra una traduzione e l'altra, dice che anche loro stanno messi male. Partiti che rubano, opposizione di comici, furfanti a piede libero, ex premier ai servizi sociali e chi più ne ha più ne metta. Io ci posso anche credere, ma mica saranno messi male come noi, via, qui siamo nel paese delle barzellette. Prima siamo comunisti, persino mangiapreti, adesso si cambia idea, si rinnega il passato, si dice che certe cose non sono mai accadute. Non ci sono mai state le UMAP (Unità Militari di Aiuto alla Produzione, ndt), luoghi abominevoli dove il governo rinchiudeva gay, preti, rocchettari, santeros, antisociali, capelloni, gente che gli piacevano i Beatles... No, non ci sono mai state, ce le siamo sognate, è stato tutto un incubo strano. Bene, ma adesso il governo comunista più assurdo del mondo ha cambiato idea su tutto, a parte sul fatto che comandare devono comandare loro, guai a chi fiata, ma sul resto aprono. Pure troppo. Lavoro privato, viaggi all'estero per tutti, persino per i controrivoluzionari, ché fanno girare l'economia, libertà di culto, si sposeranno persino i gay...

Intanto – udite, udite! - il vecchio Speedy Gonzales dichiara festivo il Venerdì Santo. O bravo topastro, ce ne andremo tutti in processione, magari al Santuario di San Lazzaro, strascicando le ginocchia chiederemo che ci piova qualcosa nel piatto per Pasqua anche a noi poveri disgraziati che campiamo con i venti pesos di un impiego statale. Speriamo che Fidel ci regali anche un uovo di cioccolata, allora. Tempo fa parlava di cioccolata per tutti e il fratello prometteva bicchieri di latte per colazione. Una cosa è certa, non sarà difficile rispettare la consegna di non mangiare carne il Venerdì Santo. No davvero. Bistecche di fagioli e picadillo di soia, come se piovesse. Spero solo di pubblicare il nuovo libro in Italia, una storia intitolata Caino contro Fidel, che parla di Cabrera Infante e della Rivoluzione Cubana, così arriva qualche pesos di diritti, anche se in Italia si legge poco, dice il traduttore, che poi sarebbe il marito di mia cugina, secondo lui gli italiani leggono solo stronzate. Mi sa che lo dice per pagarmi poco. Sono furbi questi italiani, tanto per citare Asterix. Il solo lavoro privato che so fare è scrivere. E se gli italiani leggono solo stronzate, vorrà dire che mi organizzo, ché pure da noi non stiamo messi meglio, tra Abel Prieto e l'Indio Naborì.

 

Alejandro Torreguitart Ruiz

L’Avana, 27 febbraio 2014

Traduzione di Gordiano Lupi


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