Diario di bordo
Si approvi subito la proposta sui Social Cannabis Club di Sandro Gozi 
Dopo la rego­la­men­ta­zio­ne in Abruzzo, con il “beneplacito” del nuovo Governo
09 Marzo 2014
 

Avendo la fedina penale sporchissima per le mie disobbedienze civili, plaudo alla decisione del Governo di rispettare quanto deciso dalla Regione Abruzzo sull’uso terapeutico della marijuana. Ora però, poiché la mia lotta prosegue – e attendo ancora a questo proposito di essere arrestata come capita a tanti poveri cristi in Italia colti in flagranza di reato con le loro piantine sul terrazzo – vorrei capire il motivo per il quale nel nostro Paese si sia costretti ad importare dall’estero, a carissimo prezzo, i farmaci relativi.

Il Bedrocan, che importiamo dall’Olanda, non è vietato in Italia. Solo che per averlo i malati devono sottoporsi alle interminabili trafile delle ASL (sono poche decine coloro che se lo vedono prescrivere) o, se riescono ad ottenere la prescrizione da un medico di base (e c’è ancora molta poca informazione che circola fra la classe medica), si scopre che, in farmacia, il rimedio costa 35 euro al grammo. Come può sopportare una spesa del genere un malato di sclerosi multipla che ha bisogno di 2 o 3 grammi al giorno?

La strada sarebbe semplice se non fossimo in Italia, dove ci sono le competenze scientifiche ma c’è l’ossessione della marijuana: la soluzione è coltivarla e produrla. E consentire – previa autorizzazione – l’autocoltivazione da parte di Cannabis Social Club di malati come quello, coraggiosissimo, di Racale, di cui sono felice di essere Presidente onoraria. La relativa proposta di legge è già depositata alla Camera e porta la firma dell’on. Sandro Gozi (foto), attuale sottosegretario con delega agli affari europei.

Infine, è solo il caso di ricordare che noi radicali con in prima fila Marco Pannella ci battiamo da sempre per la legalizzazione delle sostanze stupefacenti, in primis della marijuana. Ci rivolgiamo così anche alle tante belle anime che con il loro proibizionismo preferiscono lasciare milioni di persone, molte delle quali giovanissime, in balia dei narcotrafficanti e delle mafie, mentre con la regolamentazione di un fenomeno sociale diffusissimo si potrebbero fare efficaci campagne di informazione sui rischi di abuso, come avviene per tabacco e alcol droghe legali molto più pericolose della marijuana. Toglieremmo così anche un lucroso business alla criminalità organizzata, oggi monopolista del settore.


Rita Bernardini


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