Diario di bordo
No Inc. Un'altra notte movimentata ai Castelli Romani 
Albano ed Ardea di nuovo invase dalla puzza proveniente dall’impianto TMB e dal VII invaso della discarica
26 Febbraio 2014
   

La discarica di Albano è tornata di nuovo a puzzare in modo violento, in particolare negli ultimi giorni, probabilmente da quando nel cimitero dei rifiuti dei Castelli Romani arriva anche la “monnezza” di Civitavecchia e Monterotondo (11 febbraio). È per questo che ieri sera martedì 25 febbraio, intorno alle 21:00, circa 100 persone si sono radunate spontaneamente fuori i cancelli d’ingresso del sito, lungo la via Ardeatina al km 24,650. Ad arrivare per primi, subito dopo la chiamata di alcuni cittadini, la Polizia ed i Carabinieri di Albano. Dopo mezz’ora, sono giunti sul posto anche due ispettori del Dipartimento di Prevenzione, Servizio Igiene e Sanità Pubblica, della Asl Rm-H, dott.ssa Rita Abbatini e dott. Enzo Abbatini, che hanno potuto apprezzare l’olezzo insopportabile proveniente dall’impianto TMB e dal VII invaso della discarica. Nella giornata odierna stenderanno un verbale di intervento in cui, molto probabilmente, come già avvenuto nel recente passato, chiederanno all’Arpa Lazio (Agenzia Regionale di protezione ambientale), alla Provincia di Roma ed al Comune di Albano di intervenire prontamente per eseguire i controlli prescritti dalla legge.

A quell’ora, tra l’altro, era in pieno corso di svolgimento ad Albano, nell’aula consiliare di Palazzo Savelli, un consiglio comunale. Appena chiusa la seduta, intorno a mezzanotte, il sindaco Nicola Marini, il vice-sindaco e assessore ai lavori pubblici Maurizio Sementilli, il delegato ai rifiuti Luca Andreassi ed i consiglieri Tedone ed Oroccini, dopo essere stati avvertiti telefonicamente da alcuni cittadini, e dopo l’accorato intervento in aula del consigliere Nabil Cassabgi, si sono recati sul posto.

Certo che la discarica di Roncigliano dall’11 febbraio scorso, oltre alle 300 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno prodotte dai 10 comuni dei Castelli Romani (Albano, Ariccia, Marino, Rocca di Papa, Pomezia, Ardea, Castel Gandolfo, Genzano, Lanuvio e Nemi) riceve anche circa “200 tonnellate” al giorno da Civitavecchia e Monterotondo, come dichiarato ieri sera dal delegato ai rifiuti Luca Andreassi. Per un totale di circa 500 tonnellate al giorno.

Dopo questa ennesima emergenza igienico-sanitaria, ancora in corso di svolgimento, restano tante le competenze amministrative a carico dell’Amministrazione di Albano, guidata dal sindaco Nicola Marini, che sono e restano da tempo totalmente inevase. È necessario difatti, prima di tutto, portare avanti la cosiddetta Caratterizzazione Esterna ed Interna della discarica. Si tratta di analisi molto approfondite dei terreni tutto intorno e delle falde acquifere sottostanti il sito di Roncigliano. Per conoscere il livello reale d’inquinamento dell’intera area ed eseguire, subito dopo, come previsto dalla legge, una bonifica adeguata. La Giunta comunale, tra l’altro, il 7 dicembre 2012, sottoscrisse con l’Ente di Ricerca CNR una convenzione, che è costata al Comune di Albano 30 mila euro, per eseguire in soli 4 mesi, quindi entro Aprile 2013, la caratterizzazione esterna della discarica che, però, ad oggi ancora non è stata portata a termine. È importante, in secondo luogo, capire se l’impianto TMB della discarica di Albano – dove tutta la spazzatura in arrivo viene trattata e suddivisa in “frazioni” minori – funzioni correttamente, con un’apposita ispezione della durata di almeno due settimane, visto e considerato, non bastasse la puzza che sprigiona dall’impianto TMB e dalla vicina discarica, che il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, N.O.E., ha sollevato nella recente inchiesta sui rifiuti forti perplessità in merito. Ma serve anche, infine, procedere ad una “mappatura” volumetrica del VII invaso, per capire se al suo interno siano stati interrati – come ipotizzato dagli inquirenti delle Procure di Roma e Velletri – anche rifiuti non autorizzati. Per prevenire fenomeni di puzza violenta, come quelli che si stanno verificando in questi ultimi giorni, che creano danni alla salute umana ed all’ambiente ma, soprattutto, per evitare che con l’esaurimento precoce del VII invaso – che avrebbe dovuto durare almeno 8 anni ed è invece quasi esaurito in appena 2 e mezzo – si arrivi, presto, alla costruzione dell’VIII invaso, a distanze dalle case ancora inferiori agli attuali 175 metri. Nella speranza che, presto, tutte le dieci Amministrazioni Comunali riescano a far partire e consolidare l’unica vera alternativa al business mortale delle discariche e degli inceneritori: la Raccolta Differenziata Porta A Porta.

 

Daniele Castri, p. No Inc


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