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È morto il poeta e scrittore in dialetto Vito Tartaro (1938 – 2014)
16 Febbraio 2014
 

La Sicilia, come il mondo, la Sicilia-mondo, direi, è isola di uomini eccezionali (che, cioè, vivono una vita d’eccezione) vissuti nell’ombra o nella penombra.

Uno di questi uomini la cui vita è stata un progressivo ripiegamento su se stesso è Vito Tartaro di Ramacca. Poeta, narratore, studioso severo di dialetto, si è spento all’età di settantacinque anni il dodici di questo febbraio duemila e quattordici.

Impiegato comunale, si avvicinò alla scrittura in tarda età, pubblicando, dal 1980 ad oggi, un saggio storico-archeologico sulla montagna del suo paese, cinque libri di poesia (più una silloge antologica inserita in un collettivo di poeti), un romanzo, una raccolta di racconti, un volume di racconti alternati a poesie, altro saggio sulla storia della Sicilia e, infine, di prossima uscita, un libro di prose postumo. Tutta la sua produzione è in dialetto, ad eccezione della sua opera saggistica d’esordio.

La scrittura di Tartaro gira essenzialmente attorno a determinati nuclei-registri: l’essere ateo, condizione che si sviluppa attorno ad una “religiosità” della Natura e dell’Uomo; il canto accorato per gli umili e gli oppressi; gli affetti familiari come unico elemento salvifico; lo scavo nella parola dialettale pura, originaria, su una scrittura non scevra da neologismi e ricerca stilistica continue. Toni polemici dell’impegno politico-sociale, satirici, elegiaci, di lirismo puro, senza mai scadere nei cascami tipici di tanta letteratura folcloristica-popolare.

Sulla sua opera hanno scritto in molti, da Vincenzo Di Maria a Manlio Cortellazzo, da Silvana La Spina a Giuseppe Cavarra, da Salvatore Di Marco ad Adalgisa Biondi e tanti altri. Svariati i premi letterari ottenuti, fra cui il “Città di Marineo”, il “Vann’Antò-Saitta” per l’inedito e il “Musco”.

Con lui se ne va (già Peppino Cavarra ci aveva lasciati) un pezzo della Sicilia letteraria dialettale di prestigio.

 

Giuseppe Samperi

 

 

VITO TARTARO – OPERE

 

- La Montagna di Ramacca e l’antica città di Eryke, Ramacca 1980 (Saggio storico)

- Ateismu prim’e tuttu, Ramacca 1990 (Poesie in dialetto)

- Lu friddu di la storia, Catania 1992 (Poesie in dialetto)

- Russu Ramacca, Caltagirone 1994 (Poesie in dialetto)

- I senza anima, Catania 1996 (Poesie in dialetto)

- Nannaparola, Palagonia 1999 (Poesie in dialetto)

- Strata e terra, Catania 2001 (Romanzo, in dialetto)

- Camina ca ti camina (Poesie in dialetto), in Chiana e Biveri di AA.VV., Catania 2002

- Cuntannucuntannu, Catania 2004 (Racconti in dialetto)

- Carcariari, Castel di Judica 2007 (Racconti e poesie in dialetto)

- Siculicani, Castel di Judica 2011 (Storia della Sicilia - Parte I, in dialetto)


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