Diario di bordo
Inaugurazione dell’Anno Giudiziario a Milano 
Volantino-denuncia e cartelli sulla situazione valtellinese [VIDEO]
27 Gennaio 2014
   

Si è svolto sabato 25 gennaio 2014 dalle 8:30 alle 12:30 il presidio radicale davanti al Palazzo di Giustizia di Milano in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario a cui ha partecipato anche una delegazione di Radicali Sondrio e dell’Associazione Avanti Diritto.

Dal 1987 Radicali Sondrio è impegnato nella campagna sulla legalità del tribunale valtellinese: in quell’occasione, e a seguito di indagini formali, si arrivò alle dimissioni dell’allora presidente del tribunale di Sondrio in carica. Oggi il caso più eclatante è quello della s.n.c. Gianoncelli: un fallimento durato 16 anni nel quale è stato approvato un solo piano di riparto verso i creditori e per importi minimi. Le restanti risorse, infatti, sono state destinate alle spese legali per la copertura delle cause intentate dal curatore fallimentare nei confronti di soggetti estranei al fallimento. Eppure le denunce penali relative alla violazione della legge fallimentare e alle irregolarità delle procedure seguite sono state tutte archiviate o per esse è stata proposta l’archiviazione senza nessuna indagine formale.

Radicali Sondrio denuncia da decenni come all’interno del tribunale di Sondrio sussistano situazioni di grave incompatibilità che dovrebbero essere rimosse. Per questo anche a Milano in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario abbiamo chiesto riferendoci direttamente al ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, di aprire articolate inchieste sulle modalità di conduzione delle procedure fallimentari e sulle archiviazioni delle numerose denunce ad esse collegate e di accertare se sussistano incompatibilità tali da richiedere il trasferimento d’ufficio di alcuni giudici.

«Siamo qui a Milano per dire che la giustizia che non funziona si ripercuote anche in realtà piccole, come succede a Sondrio» ha commentato ai microfoni di Radio Radicale Giovanni Sansi di Radicali Sondrio. «Una giustizia malata coinvolge tantissime persone anche in Provincia. Il nostro tribunale non funziona come dovrebbe in un paese civile, siamo qui per ribadirlo».

Nel corso della manifestazione è intervenuto il tesoriere del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito (PRNTT), Maurizio Turco, che ha preso parola durante la cerimonia all’interno della Corte di Appello; mentre fuori dalla sede del Tribunale una ventina di militanti hanno manifestato sottolineando l’urgenza del provvedimento di amnistia. Tra gli altri era presente anche il tesoriere di Radicali Italiani, Valerio Federico. Hanno partecipato anche i militanti e i dirigenti dell’Associazione Enzo Tortora - Radicali Milano.

Maurizio Turco ha sottolineato la condizione di flagranza in cui verte lo Stato italiano in materia di carceri e trattamento inumano dei propri detenuti: «Il disastro non è annunciato, il disastro è in atto. Lo dicono i numeri mostruosi dei processi arretrati civili e penali: a milioni di cittadini non si rende il servizio giustizia se è vero com’è vero che una giustizia ritardata è una vera e propria giustizia negata». Ha quindi ricordato come «non è per noi radicali un problema economico a cui lo Stato dovrà far fronte, non è un problema di bilanci e risarcimenti ma di diritto e di legalità che ogni giorno viene palesemente violata». «L'amnistia e l'indulto sono i presupposti necessari per poi procedere a una non più rinviabile e profonda riforma del sistema giustizia». «È chiaro» ha poi concluso Turco «che quando oggi viene emesso un ordine di esecuzione della pena vi è la certezza e l'accettazione del rischio che quella pena verrà eseguita in condizioni inumane e degradanti, sarà privazione della dignità dell'essere umano, sarà altro dalla pena della reclusione, sarà illegale. Di fronte a questo stato di cose la giurisdizione non può continuare a far finta di nulla».

 

Claudia Osmetti

p. Radicali Sondrio

 


       

 

»» Qui il volantino distribuito durante la manifestazione con tutti gli specchietti sul “caso Gianoncelli” e la situazione attuale del tribunale di Sondrio.


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