Sì, viaggiare
Salviamo la “Sciucada” 
foto-servizio di Luciano Angelini
20 Gennaio 2014
 


Un borgo alpino medioevale

d’interesse non solo locale

sta andando in rovina

 

 



È un dovere portare all’attenzione dell’opinione pubblica lo stato di degrado e di rovina in cui versa lo storico nucleo abitativo denominato Sciucàda in Val di Lema di Tartano, anche in quanto soggetto a richiesta da parte di cittadini volta al recupero e all’espansione dello stesso a fini ricettivi. Gran parte degli edifici della contrada sta crollando, bisogna intervenire al più presto, quanto meno con la messa in sicurezza.

A nome del Gruppo culturale Tarten1 ho interessato la Sovrintendenza dei beni culturali di Milano perché si faccia promotrice d’un suo recupero conservativo, segnalando in particolare che vengano salvaguardati i caratteristici portali, le triliti finestrelle, le croci incise nei piedritti e quel che resta d’un pregevole affresco trecentesco raffigurante la Madonna che allatta il Bambino.2

Ma è tutta la Val di Lema che andrebbe salvaguardata, non solo perché di grande pregio naturalistico, ma anche per essere un interessante sito archeologico ancora tutto da scoprire, dove si trovano: menhir, dolmen, massi e rocce con coppelle e canaletti; Amnis, l’orobico di Tarten;3 antiche miniere di ferro, bàrek e incisioni rupestri cruciformi.

Al Sindaco di Tartano chiedo che nella redazione del Pgt del Comune in fase di approvazione si tenga conto di tali beni testimoniali storico-culturali e paesaggistici che potrebbero favorire anche lo sviluppo d’un modello di turismo che faccia leva sulla cultura e la storia della valle, e che a tutela dell’ambiente si stralci la prevista possibilità di captazioni di corsi d’acqua e di nuove strade carrabili. Propongo invece la realizzazione di un percorso archeologico attraverso gli alpeggi Lema-Suna e Cavisciöla, nella confinante bergamasca, alla scoperta del nostro passato remoto sulle tracce delle incisioni rupestri.4

 

 

Notizie storiche sulla Sciucada
e la Val di Lema di Tartano

 

Si ritiene che il Comune di Vallunga con Foppolo come quello di Val Lema, con sede per quest’ultimo alla Sciucada, risalga al XII secolo.

Le miniere di Val Tartano dovevano alimentare anche i forni di Talamona, uno dei quali esisteva già dal 1347 in località Coseggio e poi ancora, nel 1431, sul monte “Zocheda in Val di Lame” (Zoccata in Valle di Lema).

La Val di Lema costituì il comune o colondello alla contrada Sciucada, del tutto autonomo, oltre alla contrada Barbera con Gàvet di Biorca e qualche altro casolare ora scomparso.5

Bergamo divenne parte della Serenissima repubblica di Venezia nel 1428. Con la pace conclusa tra Milano e Venezia il 30 dicembre 1427 e 19 aprile 1428, Milano cedette alla Serenissima il bergamasco, i passi del Gavia, del Venerocolo, del Mortirolo, della Coronella, di Ariga, del Salto del Brinone, del Venina, di Valmadre, di Valtartano, di Dordona e di S. Marco.

La Serenissima fece costruire in punti strategici di dette località delle casermette, in stile veneto (porte e finestre a volta, blocchi simmetrici, chiave di volta con stemma del leone di S. Marco o croce), ancora oggi visibili nelle contrade Pradeùles, Sciucada e S. Antonio di Tartano.5

Un forno di Talamona, alimentato dalle miniere della Val Tartano, era presente ancora nel 1431 in monte Zocheda (Sciucada) in Val di Lema.

Nel 1531 vengono stesi da parte dei Grigioni gli Estimi Generali per poter calcolare quante esazioni potevano trarre da ciascun comune. Tartano e la contrada autonoma di Zoccada (Sciucada) erano tra i territori del terziere inferiore della Valtellina singolarmente elencati nel compendio dell'estimo del 1531. Nel 1559 Tartano (Vallunga) con la contrada Zoccada (Sciucada) si sarebbe aggregato a Talamona costituendone un colondello (uti universitas).6

Nel documento degli Estimi generali della Valtellina del 15317 per quanto riguarda Tartano si legge:

 

COMMUNIS TARTINI

(in genitivo latino, con anche un errore d'ortografia: Tartini invece che Tarteni)


Lire

Soldi

Denari

Domus, et mansiones facta detractione

47

9

7

Prati perticae nel 1292, tavole 3

522

13

-

Communia, et boschi

22

13

-

Petiae hortivae tavolae 18

1

7

-

Rasica una

2

10

-

Alpis ad computum vaccharum 130 (*)

46

-

-

(Totale)       

642

12

7

Detrahuntur propter revisionem

149

3

1

Restant       

493

9

6

Faciunt (**)

6

3

4

  (*) È probabile che sia 230 vacche. Solo così si ottengono (230x4:20) Lire 46.

(**) Il calcolo dell'estimo non compare. È stato aggiunto dall'estensore di queste note, (...).

 

CONTRATAE DELLA ZOCCADA


Lire

Soldi

Denari

Domus, et mansiones facta detractione

27

-

-

Prati perticae nel 1292, tavole 3

232

-

3

Communantiae

-

3

-

(Totale)       

259

3

3

Detrahuntur propter revisionem

64

15

9

Restant       

194

7

6

Faciunt (*)  

2

8

7

  (*) Il calcolo dell'estimo non compare. È stato aggiunto dall'estensore di queste note.

 

Dal documento, si evince che il borgo della Sciucada nel XVI sec. rivestiva una notevole importanza per la Val Tartano.

 

 

1 In data 4 ottobre 2013, il Gruppo Archeologico Valtartano si è riunito deliberando di cambiare il proprio nome in Gruppo culturale Tarten, ritenuto più appropriato ai fini della tutela, promozione e valorizzazione del patrimonio storico, culturale e ambientale della Val Tartano.

2 La Madonna che allatta viene comunemente detta ‘Madonna dell’umiltà’, dove la parola ‘umiltà’ ha la sua radice nel vocabolo latino humus, che significa ‘terra’. La Vergine, quasi sempre seduta, tiene in braccio il bambino al quale porge il seno. Questa particolare iconografia nacque fra il 1325 e il 1350 ed ebbe ampia diffusione nei decenni seguenti, fino a tutto il periodo tardo gotico.

3 Si veda a tal proposito ‘l Gazetin di ottobre 2013.

4 Segni ancestrali di riconoscenza verso la Natura, di quand’essa era riconosciuta come la madre e la cagione del tutto.

5 Camillo Gusmeroli, La storia di Tartano, Tecnostampa, Montagna in Valtellina 1985.

6 Giovanni Bianchini, Uomini delle Alpi, 1983.

7 Dal Bollettino Società Storica Valtellinese, n. 53 Anno 2000, “Gli estimi del 1531 in Valtellina”, a cura di Antonio Boscacci. (Se l'estimo comunale nasce per poter meglio suddividere le spese comunali, proporzionalmente alle ricchezze di ciascuno, l'estimo generale della Valtellina nasce allo scopo di ripartire tra le varie comunità, i contributi e le spese ordinarie e straordinarie sostenute.)

 

 

(da 'l Gazetin, dicembre 2013)


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