Zone d'Ombra
Patrizia Garofalo. “Mille inverni più di me” con Sbizza e la microrchestra
07 Gennaio 2014
 

Custodiscono il sole nel cuore le margherite e lo colorano a primavera di corolle bianche come la neve… (PG)

 

 

Massimo Bevilacqua, poeta e cantore della terra, torna con Mille inverni più di me ad orchestrare parole e musica con la sua microrchestra. Dopo Tinamo, una serie di occasioni circolari sono quelle che ci hanno fatto rincontrare. Ho scritto da poco del libro di Duccio Demetrio sulla spiritualità della terra, Massimo Bevilacqua si è formato anche sulla parola poetica del filosofo Demetrio, ed io da sempre avverto e scrivo della terra come dono da coltivare, amare, rispettare e come mio forte richiamo di religiosità laica.

Il foglio pieghevole interno al cd che riporta i testi, è azzurro da un lato e di un luminoso verde dall’altro, foglie lanceolate riprendono i colori di base e si stagliano “abbracciate”, si confonde l’avvertimento del cielo con quello della terra, della neve delle cime con le foglie che appuntite si radicano a terra e cercano la luce mentre traspaiono il “verde” della vigna e suonano le parole di una canzone:

 

Ho scelto di rimanere qui tra i tuoi filari e i tuoi mutamenti e non cambierà,/ il corso delle tue fioriture/ Riuscirò ad invecchiare nell’immobilità dei terrazzamenti e comprenderò/ la circolarità delle stagioni/ […] Ho scelto di rimanere appeso al filo che ogni madre ci ha concesso, invisibile,/ con tutto ciò che qui è cresciuto.

 

Mutamenti/cambierà… immobilità/circolarità, sono solo apparentemente contrastanti, il “rimanere” del poeta è parola d’amore, d’affidamento e cura per la sua terra-madre, moglie, figlia. E conoscono l’incanto della nascita e del trascorrere del tempo, del gioire e del piangere, dell’invecchiare e tornare alla terra… e la terra che non sa parlare ha bisogno di noi, scrive Demetrio, del nostro scriverla, narrarla, della nostra meraviglia e nostalgia.

Mi ha particolarmente colpito avvertire come da “Morbegno”, che apre il cd, ogni figura ed immagine e ricordo sembrino appena usciti da una pioggia che ne ha vivificato i colori, li ha come commossi di bagnato e profumati di pioggia, parole che “gocciolano” trasparenza e luminosità e albe meravigliose Stamattina lei ha afferrato l’alba che cresceva smisuratamente sulla sua schiena/ poi l’ho vista correre su un quadro di Segantini…/ in questo mattino tagliato con le forbici da Dio/ come un bambino taglia la carta nell’inconsapevolezza del suo Io/ …

E verdi brillanti d’incontri rinnovati, con il “verde” bagnato di trasparenze e sogni ancora da raccontare, e fra i petali bianchi trattengo le voci/ il fieno si avvolge al mio fianco/ e un cerchio disegna il mio canto.

Lassù rispetto al mio quaggiù padano nebbioso e “intellettualmente” esistenziale, lassù è radicata, Massimo, la tua parola e d’amore e di nascita nuova.

 

Patrizia Garofalo

 

 

 

La Band Sbizza e la micrOrchestra

sbiZZa: Massimo Max Bevilacqua (voce, chitarra, banjo, ukulele)

Luca Radaelli (clarino, chitarra elettrica, sax)

Marianna Orsatti (piano, glockenspiel, diamonica, musical saw)

Andrea De Poi (batteria)

Luca Lombella (basso)


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