Diario di bordo
Martina Simonini. Ici-Imu-Trise-Tari-Tasi-Tuc-Tares-Tarsu-Iuc
21 Dicembre 2013
 

Ho già detto in precedenza che quando il linguaggio cambia e diventa meno comprensibile, spesso c’è dietro la fregatura. Se poi il linguaggio diventa molto tecnico la fregatura è assicurata.

«La raffinata complessità tecnica dei provvedimenti è un’altra raffinata tecnica per tagliare fuori la gente dalla comprensione di cosa sta succedendo» (da www.acquavaltellina.altervista.org)

Chi ci governa pensa forse che presi dagli affanni quotidiani possiamo subire all’infinito le nefandezze dei poteri forti, che si muovono in perfetta sintonia con gran parte dei nostri rappresentanti politici.

Però forse ora il vaso di Pandora è di nuovo colmo.

Il crescente disagio economico, la preoccupazione per il futuro e per il futuro dei nostri figli, non ci esonera dal pagare imposte e tasse, ne siamo tutti consapevoli e, da buoni cittadini, la maggior parte di noi si premura di appuntarsi le scadenze della retta dell’asilo, quelle del pagamento della mensa scolastica, quelle delle bollette della luce, del gas, del telefono e anche quelle per i rifiuti solidi e per l’ICI.

Ecco però che, per quest'ultime due, sta diventando una via crucis. Anche il cittadino animato dai migliori propositi fa fatica a mettersi in regola, perché le regole vengono cambiate da un giorno all’altro, anche nottetempo. Vai a letto con l’IVA al 21% domandandoti se il giorno successivo scatterà al 22%... con quel che ne consegue non solo in termini di costo ma anche di organizzazione per via del poco (o niente) preavviso.

Inoltre, non sai più neppure cosa inseguire, cosa devi pagare, cosa devi chiedere al dipendente del comune. Nel giro di un anno siamo passati da quella che era l’ICI, all’IMU, alla TRISE con la TARI e la TASI poi alla TUC ora alla IUC il tutto intrecciato con la TARES e la TARSU.

Siamo al momento fermi alla IUC (Imposta Unica Comunale) ma non è detto che questo sia il battesimo definitivo. Naturalmente ogni volta che cambia l’acronimo cambiano anche i contenuti. Ma la sensazione è che tutto cambi perché nulla cambi con una persecuzione cattiva nei confronti dei contribuenti che ormai sono quasi storditi da questo balletto di sigle che possono avere la durata anche di una sola settimana (come la TUC).

Storditi sì, ma non microcefali e pertanto attualmente anche un po’ incazzati!

E la domanda che sorge spontanea è: ma perché? perché questo ballo vorticoso di sigle?

Le risposte possono essere tante e tutte con qualche fondamento di verità, ma la verità vera non la sapremo mai per certo. L’unica cosa che speriamo è che la smettano di cambiarci le carte in tavola e con le carte le sigle che ci fanno girare la testa.

Magari che riescano a cambiare la legge elettorale ora che la Consulta ha finalmente decretato che è anticostituzionale quella che utilizziamo dal 2005: come mai fino ad ora cinque richieste di dichiararla illegittima siano state respinte, resterà un mistero.

La speranza è l'ultima a morire (vedi vaso di Pandora) e quindi spero ancora che alla fine, avendo raschiato il fondo, possiamo recuperare un po' di giustizia, equità e pace. Questo l'augurio per il nuovo anno. Intanto Buone Feste, le migliori possibili...

 

Martina Simonini

(da 'l Gazetin, dicembre 2013)


TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276