Diario di bordo
Daniele Castri. Costruzione dell’Inceneritore ai Castelli Romani ad alto rischio
19 Novembre 2013
 

Secondo incontro del comitato No Inc al settore Energie Rinnovabili del Ministero per lo Sviluppo Economico.

Resta ancora altissimo il rischio di finanziamento pubblico e, quindi, di costruzione dell’Inceneritore ai Castelli Romani.

 

 

Una nutrita delegazione del comitato No Inc, ha incontrato venerdì mattina 15 novembre, per la seconda volta in pochi mesi, le responsabili del settore Energie Rinnovabili del Ministero dello Sviluppo Economico: la Dr. Rosaria Fausta Romano e l’Avv. Maria Grazia Fusco. Presente, al faccia a faccia, anche la deputata Federica Daga, che segue con particolare attenzione le vicende della discarica di Roncigliano (Cecchina di Albano). Si tratta delle due funzionarie che, a breve, dovranno decidere se considerare i termini per la costruzione dell’Inceneritore di Albano, a spese dell’erario pubblico, ancora in corso di validità o, viceversa, come previsto dalla Legge (n. 244 del 2007), decaduti irrimediabilmente il 31 dicembre 2008. Decisione da cui dipende l’assegnazione o meno dei circa 500 milioni di euro (come confermato dal Ministero) a favore del consorzio Co.E.Ma. (Pontina Ambiente di Manlio Cerroni, Acea ed Ama) per la costruzione del contestatissimo mega forno brucia-rifiuti. Proprio Rosaria Fausta Romano, difatti, dovrà presto rispondere alla lettera che il Gestore dei Servizi Elettrici, GSE, ha inviato al Ministero per lo Sviluppo Economico lo scorso 19 aprile, nella quale «[…] si richiede se il GSE possa procedere all’aggiornamento della convenzione economica preliminare, così come richiesto dal consorzio Co.E.Ma. [...]»

Il Ministero per lo Sviluppo Economico, secondo quanto riferito dalle due responsabili del settore Energie Rinnovabili, pretenderebbe ancora oggi, a termini irrimediabilmente decaduti, di concedere al Consorzio Co.E.Ma. la possibilità di utilizzare una vera e propria valanga di soldi pubblici per costruire un inceneritore per bruciare rifiuti – che crea danni alla salute e all’ambiente e non crea occupazione – anziché utilizzarli, invece, per la diffusione e il radicamento della raccolta differenziata porta a porta e l’avvio della filiera del riciclo e del riuso ai Castelli Romani. La decisione definitiva, però, ancora non è arrivata. Vi sarà, molto presto, un terzo incontro tra le due funzionarie del Ministero, Romano e Fusco, e la delegazione del No Inc. Sarà necessario quindi, molto presto, organizzare una nutrita rappresentanza di cittadini per un nuovo sit-in sotto al Ministero per lo Sviluppo Economico. Servirà, di nuovo, la collaborazione dei cittadini e cittadine dei Castelli Romani. Tutti insieme, possiamo ancora fermarlo, l’Inceneritore dei Castelli Romani. Maggiori informazioni su www.noinceneritorealbano.it o su FB: Coordinamento contro l’Inceneritore di Albano.

 

Daniele Castri


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