Prodotti e confezioni [08-20]
Testamenti/ Ambra Maria Rizzati e Patrizia Garofalo
07 Novembre 2013
 

Testamento

 

La mia “gonna da fata”:

l’ho conservata, vedi.

Le armille invece della nonna

rubate – mi dispiace – con gli anelli.

Tranne questa lampada preziosa

e quattro quadri – buoni – di tuo padre,

non saprei che cosa.

Se ti dicessi che me gioco e amore

han fatto sopravvivere.

Poi, nello specchio di luna della porta

ti intravedo, arcano augurio

di donna, e in te racchiuso

quanto al vivere – tutto – è necessario.

 

Ambra Maria Rizzati

(da Erratica, Albatros, Roma 2012)

 

 

 

A Matteo Bianchi

 


Non dimenticarti, poeta

di questo mio agosto

non cercare la musica nelle mie parole

come nel canto dei merli

della tua terra

non troverai la solitudine della bicicletta

appoggiata

davanti al cancello

camminiamo adesso nella luce che azzurra

la roccia

con i tuoi occhi

con la mia voce stentata

che raccogli

nel blocco

spaginato dal vento

fotografie di giorni

sono anche i tuoi giorni

di scordata giovinezza

in un agosto massacrato

sei arrivato solo ora

perché non c'eri?

Sorridi e mi prendi la mano

come quel pomeriggio d'inverno

– stai tranquilla, arrivo subito –

Non so poeta se hai scritto tutto

potrai tornare però

e

ascoltare di nuovo

le nostre parole

cadute lungo i vicoli

verso la piazza

vicino al castello

abbracciate alla lavanda ancora in fiore

tu saprai riconoscermi

anche

nell'assenza

 

Patrizia Garofalo


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