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Gino Bartali, giusto ed eroe
24 Settembre 2013
 

Gino Bartali, il fuoriclasse del ciclismo, vincitore negli anni 1930 e 1940 di tre Giri d'Italia e due Tour de France, ha vinto il titolo più importante alla memoria, che affida ora il suo nome alle pagine più alte e nobili della Storia. Il campione toscano, scomparso nel 2000, è stato infatti dichiarato 'Giusto tra le nazioni' dallo Yad Vashem, il memoriale delle vittime dell'olocausto che ha sede a Gerusalemme. Con incredibile coraggio, Bartali salvò, negli anni delle leggi razziali, numerose famiglie ebree dalla deportazione nei campi di morte.

Nella motivazione, il campione toscano è definito «un cattolico devoto, che durante l'occupazione tedesca in Italia fece parte di una rete di salvataggio i cui leader erano il rabbino di Firenze Nathan Cassuto e l'arcivescovo Elia Angelo Dalla Costa. Tale rete ebraico-cristiana», prosegue il testo, «costruita dopo l'occupazione nazista, salvò le vite di centinaia di ebrei locali ed ebrei rifugiati dai territori prima sotto controllo italiano, principalmente in Francia e Yugoslavia. Bartali agì come corriere della rete, nascondendo falsi documenti e carte nella sua bicicletta e trasportandoli attraverso le città, con il pretesto che si stava allenando. Consapevole dei rischi che correva per aiutare gli ebrei, Bartali consegnò i documenti contraffatti ai contatti della rete di salvataggio, fra cui il rabbino Cassuto».

 

Roberto Malini


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