Oblò cubano
Yoani Sánchez. Un uomo davanti al microfono
16 Settembre 2013
 

I filtri non sono serviti a niente. Molti occhi davanti ai monitor in cabina di regia, con dita agili per tagliare un segnale, togliere l’audio, mettere da parte una telecamera e passare a un’altra che riprenda la folla… o il cielo. Non sono serviti a niente i professionisti allenati a fare censura televisiva, a disporre tutto per il meglio e a mandare in onda un sottofondo musicale, perché è venuto alla ribalta un artista “spontaneo” e ha detto quel che non avrebbe dovuto durante una trasmissione in diretta. Non sono serviti a niente, perché un uomo davanti al microfono ha preso una decisione esistenziale. Si è reso conto che l’onestà è molto più importante della sua carriera artistica.

Robertico Carcassés si è trovato al posto giusto nel momento giusto. Non ha perso l’occasione di parlare e ha detto senza tanti giochi di parole ciò che molti pensano del regime cubano.

Grazie Bobby, per il coraggio e per l’originalità, ma anche per esserti reso conto della grande opportunità che possiedi con la tua voce e con la tua arte. Grazie!

 

Yoani Sánchez

(da Generación Y, 15 settembre 2013)

Traduzione di Gordiano Lupi

 

 

 

 

 

Nota del traduttore. Traduco la canzone che Robertico Carcásses ha cantato davanti ai microfoni della televisione, che si può ascoltare in lingua spagnola nel video. Vero come dice Yoani che l’artista ha avuto coraggio. Vero anche che gli è stato permesso di cantarla e che non ci sono state contromisure birmane nei suoi confronti.

 

Libero accesso all’informazione

per farmi una mia opinione.

Voglio eleggere il Presidente

per voto diretto e non per altra via.

Né militanti né dissidenti, cubani

tutti con gli stessi diritti.

Che finisca l’embargo…

e l’autoembargo.


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