Diario di bordo
Marisa Cecchetti. Guerra chiama guerra: ce lo eravamo dimenticato?
04 Settembre 2013
   

Mi perseguita l’immagine di tre bambini morti, stesi l’uno accanto all’altro, senza una ferita. E si continua a discutere sul fatto che Assad abbia usato armi chimiche. Si deve fermare la strage. Armi convenzionali o no, il numero dei morti e dei feriti in terra siriana è sconvolgente. Ma non si può fermare la strage con altre stragi. Esiste la parola, esistono le diplomazie internazionali, si devono trovare soluzioni alternative, ma non con le armi. Se si vuole la pace bisogna lavorare per la pace invece continuano a prevalere gli interessi dell’industria bellica.

Non esistono guerre intelligenti, non esistono più guerre lampo e quelli che sono immoralmente definiti effetti collaterali sono vite umane. I figli degli altri sono uguali ai nostri figli.

Ho apprezzato Obama quando ha atteso le decisioni del Congresso, ma le notizie ultime mi hanno tolto le speranze. A che cosa gli è servito ricevere il suo Nobel per la pace se non riesce a impedire una guerra? Continuo ancora ad aspettare un miracolo dell’intelligenza umana e del cuore.

Papa Francesco ha implorato la pace, ha ricordato che guerra chiama guerra.

Ce lo eravamo dimenticato? Il mondo non deve entrare in una spirale di morte.

 

Marisa Cecchetti


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