Diario di bordo
Alessandra Borsetti Venier. Livorno, il rigassificatore e i funerali del mare
05 Agosto 2013
 

Invio ai lettori di Tellusfolio questa nota che mi è appena arrivata dall’amica e poeta Simonetta Filippi. È un invito a seguire la vicenda del rigassificatore di Livorno e dell’opposizione alla sua costruzione contro gli interessi delle lobby delle nocività. Non rassegnamoci a lasciare che siano sempre “altri” che scelgano e decidano per noi.

 

Eravamo tanti questa notte veramente tanti, oltre 2.000, nella sventrata piazza Mazzini, irriconoscibile dopo gli ultimi interventi urbanistici. Eravamo tanti per manifestare contro il rigassificatore. Non avrei mai creduto venisse così tanta gente e mi sono chiesta, con una certa rabbia repressa, dove fossero tutte queste persone quando qualche anno fa si formò il comitato per contrastare il progetto ed eravamo veramente pochi, sempre troppo pochi per dare voce a una protesta quando ancora, forse, potevamo fare qualcosa...

Adesso, invece, che la paura si è concretizzata in un “mostro” che in processione abbiamo guardato nei giorni scorsi vicino al porto fino a fissarcelo negli occhi, ci ritroviamo qui, sbigottiti e increduli che tutto questo sia potuto accadere, qui, proprio qui, nella Livorno rossa e democratica, nella città della luce e dei tramonti, del mare “santuario dei cetacei”... un mostro calato dall'alto, apparso dal nulla come un dio potente e irraggiungibile, che interviene nelle vite degli uomini a suo piacimento, un dio arrogante, presuntuoso, invadente, bugiardo, intrallazzone e MOLTO MOLTO MOLTO PERICOLOSO.

E le parole dette al megafono mi sembrano inutili, ormai, e anche questo corteo che si trascina lento come un funerale annunciato, un vero funerale per le vittime e la morte che verrà.

E NON ABBIAMO SAPUTO FAR NIENTE, troppo pochi, troppo divisi, troppo disabituati a comunicare, a parlare, ad esprimere le nostre idee, ormai rassegnati a lasciare che altri scelgano e decidano per noi.

In questa notte opprimente non solo per l'afa, seguo uno striscione che mi rappresenta, “CAVIA FRESCA” c'è scritto, consapevole che l'unico valore riconosciuto è il profitto e il prezzo per un “cavia umana” non è che 3 euro.

 

Simonetta Filippi


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