Diario di bordo
Mario Staderini. L’Italia una Repubblica che uccide 
“Ringrazio la famiglia Cucchi per loro coraggio civile”
(foto Corriere.it)
(foto Corriere.it) 
06 Giugno 2013
 

La dichiarazione che segue è di
Mario Staderini
, segretario di Radicali italiani, presente ieri nell'aula bunker di Rebibbia in occasione della sentenza sulla morte di Stefano Cucchi.
 
 
   La verità processuale di norma non coincide con la verità storica, mai però come in questo caso.
   Ha ragione Ilaria Cucchi, Stefano non è morto di fame e di sete ma di ingiustizia.
   Prima di morire, Stefano Cucchi è stato in tre luoghi dello Stato: una caserma dei carabinieri, un carcere e un reparto carcerario di un ospedale. Ha chiesto inutilmente un avvocato, ai familiari è stato impedito di visitarlo e solo il loro coraggio di rendere pubbliche le foto ha impedito il silenzio.
   La Repubblica italiana non solo è responsabile della sua morte, ma non ha spiegato cosa sia davvero successo né ha individuato tutte le responsabilità, a cominciare dagli autori del pestaggio.
   Noi italiani dobbiamo dire grazie a Ilaria Cucchi e ai suoi genitori, perché è stato il loro coraggio, la loro determinazione nel pretendere diritto e giustizia, a mostrare cosa può accadere ad un cittadino che finisce nelle mani dello Stato e indicarci la strada perché fatti del genere non accadano più.
   Introdurre il reato di tortura, garanzie per chi finisce nelle mani dello Stato, superare la criminalizzazione proibizionista sulle droghe: sono la vera risposta senza dover attendere la sentenza di appello. Una prima occasione è il referendum che esclude la reclusione per violazioni di lieve entità della normativa sugli stupefacenti: se avessimo già vinto, Stefano Cucchi non sarebbe neanche stato arrestato. (Mario Staderini)

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