In tutta libertà
Gordiano Lupi. “Pablo”: I buoni e gli altri
Omar Franco e Javier Díaz in una scena di
Omar Franco e Javier Díaz in una scena di 'Pablo' 
15 Maggio 2013
 

La violenza domestica e le sue terribili conseguenze sono il tema universale che il giovane cineasta Yosmani Acosta propone nel suo Pablo, pellicola che ne segna il debutto cinematografico. Girato interamente a Camagüey, oriente cubano, il lungometraggio narra la drammatica storia di un orfano di 11 anni, segnato sin da piccolo dalla tragedia familiare. La madre di Pablo (Javier Díaz) muore in un incidente che avrebbe potuto essere evitato, più tardi muore anche la nonna, che lo amava teneramente, e il bambino resta nelle mani di Rogelio (Omar Franco), un padre disprezzabile e furfante. La vita di Pablo cambia, il padre lo obbliga a compiere piccoli furti e gli impedisce persino di frequentare regolarmente la scuola. Il bambino deve subire le vessazioni di una maestra infida, dal nome improponibile di Yumisisleydis, che trasforma la classe in una sorta di accampamento militare. Si tratta del solo caso isolato di maestra perfida proposto dalla pellicola, visto che gli altri insegnanti sono esempi positivi. Il regista vuol far capire che nel mondo esiste la bontà e per fare questo parte da istituzioni come la scuola. Il male non è diffuso – a suo modo di vedere – ma riguarda solo determinati individui, isolati e asociali, che vivono ai margini della società.

L'opera prima del regista camagüeyano gode di una buona sceneggiatura drammatica scritta da Yoel Ortega, con la collaborazione del regista e di Luisa Alejo. Il problema di fondo è che la storia risulta schematica e didascalica, in certi frangenti persino priva di complessità. Ricorda molto certe telenovelas scritte in modo manicheo, che separano troppo rigidamente i buoni dai cattivi. Ne viene fuori una visione in bianco e nero della realtà, perché un tema complesso viene trattato con superficialità, costruendo personaggi troppo schematici per essere veri. Abbiamo madri affettuose, studenti esemplari, famiglie perfette e – per contrapposizione – un padre pessimo, violentatore, criminale, circondato da due o tre sodali, farabutti quanto lui, che provocano diverse tragedie umane con le loro azioni nefaste. Per fortuna gli attori sono molto bravi. Aramís Delgado e Omar Franco si distinguono, ma anche diversi attori non professionisti se la cavano bene. Ottima la dizione dei protagonisti, anche perché Camagüey è notoriamente la città cubana dove si parla il miglior castigliano.

Pablo si presenta al Teatro Tower del Miami Dade College, domani, giovedì 16 maggio, alle 9:15 p.m.. Ci sarà anche il regista Yosmani Acosta, che dopo il film discuterà con il pubblico. La pellicola è in spagnolo con sottotitoli in inglese. 

 

Gordiano Lupi



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