Sė, viaggiare
Pavese e Fenoglio. Viaggio nelle Langhe col partigiano Johnny
24 Settembre 2006
 

Son quasi cent’anni dalla nascita di Cesare Pavese. Santo Stefano di Belbo è il luogo dove cominciò l’avventura della sua vita. Là è ancora la casa natale del grande scrittore, leggermente fuori porta, lungo la strada per Canelli. Là, fra declivi ricoperti di vigne – zona di produzione di un moscato nettare divino, ebbrezza e oblio dell’uomo – campi coltivati dalla forza di un sudore ancestrale, fra storie e leggende di vivi e di morti si formò la fantasia poetico-narrativa dell’autore de La luna e i falò, le sue Langhe come una terra precipitata dalla realtà nel mito e ritorno. Per chi volesse immergersi nell’atmosfera di questi luoghi permeati dallo spirito pavesiano, non mancano le occasioni per rendere più gradevole il soggiorno, come quelle offerte dagli agriturismi presenti sul territorio.

Ci deve essere un’aria davvero unica da queste parti se vi è nato un altro grande della nostra letteratura, Beppe Fenoglio, venuto alla luce nel 1922 ad Alba. Fenoglio, partigiano durante la Resistenza, non visse mai del mestiere di autore, cui pure dedicò gran parte delle sue energie. Lavorava presso un’azienda vinicola, nel retro delle cui carte commerciali vergava sovente le sue pagine. Il non essere scrittore a tempo pieno non gli impedì di completare importanti opere come I ventitré giorni della città di Alba e Il partigiano Johnny. Alba ha una fama mondiale per il suo tartufo bianco, qui onnipresente e da solo capace di creare una cultura (in ottobre si svolge la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco). In realtà l’offerta è diversificata: per quanto riguarda il versante enologico, basti citare la produzione di barbaresco, nebbiolo, dolcetto, bonarda, brachetto, cortese, grignolino, moscato, freisa e chardonnay.

È bello perdersi fra i portici e i vicoli del centro storico di Alba, “La città dalle cento torri” (in ottobre si svolge l’omonima Giostra, rievocazione che fa compiere un magico salto indietro nel tempo). Le case-torri risalenti al XIV-XV secolo – una ventina di sopravvissute – sono lo stupendo retaggio di un florido passato. Vicino al Duomo, cuore della città, si trovano le meglio conservate e più alte: Torri Sineo, Paruzza e Astesiano.

 

Alberto Figliolia

(da 'l Gazetin, settembre 2006)


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