Diario di bordo
Roberto Malini. I ragazzi islamici
Ashfak,
Ashfak, 'Ritratto arabo' 
22 Aprile 2013
 

C'è chi li aizza, i ragazzi islamici, cospargendo di parole infiammabili la loro insoddisfazione, la loro rabbia giovanile. C'è chi cita loro parole antiche, parole di fuoco, per alimentare il loro odio e trasformarlo in qualcosa di sacro: “Disse il profeta: vi sconfiggerò con il terrore”.

C'è chi continua a ricordare loro le antiche profezie: “Tutto il mondo si inginocchierà alla sola, unica divinità, grazie alla fede, alla parola e alla spada”.

C'è chi li strumentalizza – ma non solo fra i propugnatori del fondamentalismo – per ingrossare le file degli “indignati”, di coloro che chiamano l'odio “critica globale”.

C'è chi presenta giorno dopo giorno davanti ai loro occhi esseri umani demonizzati dalle cattive ideologie: gli ebrei, gli infedeli, gli omosessuali, gli africani subsahariani, i “nemici di Dio”.

Questi cattivi maestri amano la violenza e la morte. Sono nemici della pace e della vita. Quando parlo ai ragazzi islamici, parlo loro di amore reciproco, di uguaglianza, di libertà, di pensiero senza frontiere. Non mi interessa se qualcuno, intorno a loro, digrigna i denti o dice loro di non ascoltarmi, di prestare attenzione e fiducia solo alle parole della fede, di non provare alcun sentimento positivo per me.

Amicizia e libertà cambieranno il mondo!

 

Roberto Malini


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