Lisistrata
Lidia Menapace. Habemus papam
15 Marzo 2013
 
   Stavo guardando il tg3 delle 19, come sempre quando sono a casa ed è arrivata la notizia e la vista della fumata bianca che ha mandato in pezzi tutti i discorsi sul nuovo papa. Sono rimasta a seguire tutta la trasmissione fino alla fine.
   Il nuovo papa mi ha fatto una grande impressione per la sua prestanza e imponenza fisica, soverchiava di tutta la testa i circostanti, era fermo e non emozionato. Ha mostrato subito una grande abilità comunicativa con il parlare semplice e le battute, ha inaugurato un simbolico gestuale notevole, come quello di chiedere al popolo che pregasse per lui e lo benedicesse prima che il papa benedicesse il popolo, ho notato che usa abitualmente il linguaggio inclusivo fratelli e sorelle, uomini e donne.
   Ma in testa mi risuonava il suo nome insieme a quello di mons Pio Laghi, un nome infausto e da vergognarsi, mi si ripresentava la rabbia e il rifiuto di Pertini nei confronti di Videla. Mi sono ripromessa di riordinare le impressioni, ma -nelle trasmissioni ufficiali- su quell'oscuro e tremendo periodo della dittatura di Videla si scivola via con frasi a mezzabocca. Insomma vige già una specie di congiura del silenzio. Il nuovo papa ha già messo insieme molti primati, anche quello dei gesti schietti e del parlare non aulico, ma quanto a doppiezza sembra restare entro i confini della consuetudine per di più essendo gesuita (anche questo è un primato, non c'è mai stato finora un papa della compagnia di Gesù). Ho seguito nei giorni successivi le vicende, dato oltretutto che Francesco ha letteralmente occupato la tv pubblica con  programmi direttamente confezionati dal servizio vaticano.
   Il clou è stata la serata del 14/15: mi sono passati davanti due millenni di storia del cattolicesimo attraverso il racconto del pontificato e anche del Concilio vaticano secondo e non ho visto né sentito se non volti nomi voci fatti eventi interessi di uomini maschi, non una faccia di donna, non un nome di donna, non una questione che riguardasse le donne. Verremo citate quando il papa tirerà fuori il suo noto rigore etico, immagino contro divorzio, omosessualità, aborto: certamente sarà con i poveri e con l'assistenza, non con i diritti. Sembra il metodo della comunità di S. Egidio, molta beneficenza e gesti di generosità e umiltà come quelli di servire a tavola nelle mense della Caritas, ma il più rigido fondamentalismo nei confronti della libertà.
   È proprio vero che il patriarcato ha vinto su tutta la linea, dal papa a Grillo, che propone due uomini come candidati del M5S per le presidenze di Camera e Senato.
   Non so se un così accentuato trionfo patriarcale potrà tirar fuori le chiese e le religioni dalla loro crisi, certamente -per la crisi capitalistica- il patriarcato portatore di barbarie non consente di predisporre né immaginare un futuro alternativo.
 
Lidia Menapace

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276