Oblň cubano
Yoani Sánchez. Praga, Milan Kundera e una vecchia Primavera
28 Febbraio 2013
 
   Il saldo della mia visita in Brasile è positivo, parte di me resterà per sempre in questa terra, così simile alla mia Cuba, ma libera. Un giorno all’altro ritornerò, ne sono convinta. Ringrazio tutti gli amici che mi hanno aiutato a rendere più facile la permanenza, ma anche chi mi ha contestato, perché dissentire rientra nella libera espressione del pensiero. Vorrei che fosse possibile anche a Cuba, prima o poi. In ogni caso penso che gli episodi di intolleranza nei miei confronti abbiano ottenuto l’effetto contrario, generando simpatia e non repulsione. Ho ricevuto più abbracci che insulti, in definitiva. Salgo su un aereo in direzione di Praga, dove mi attendono per parlare di diritti umani; faccio appena in tempo a digitare un pezzo per El País dove racconto la designazione del delfino Miguel Díaz-Canel, il numero due di Raúl Castro. Ne parlo anche nel mio blog, ma mentre scrivo mi dico che la notizia viene commentata in tutto il mondo meno che a Cuba. Arrivo a Praga, una città fantastica, nel bel mezzo d’una fredda Europa. All’aeroporto incontro il mio amico Eliécer Ávila, che prima di partire mi aveva rilasciato un’intervista su come il regime cubano controlla Internet. Passeggiamo per il centro di Praga, una città stupenda, ma parliamo soprattutto di Cuba, come capita spesso. La lontananza dalla nostra terra è dolorosa, ma inganno la nostalgia scattando foto della città che pubblico su Twitter. Camminando per le strade di Praga mi vengono alla memoria le immagini di quella Primavera del 1968, soffocata nel sangue, ma anche molte pagine dei romanzi di Milan Kundera. Alcuni attivisti hanno creato una petizione sul tema dei diritti umani a Cuba; il mio compito è proprio questo: raccontare la situazione che stiamo vivendo. Parlo a Radio Praga, poi alla Televisione Ceca, durante il programma “Studio 6”, sono ospite di un’agenzia di stampa. Viene reso omaggio anche a “Poesia Senza Fine”, un evento che Omni Zona Franca sta organizzando all’Avana. Mi resta il tempo per chiedere la liberazione di Angel Santiesteban, scrittore cubano che domani sarà imprigionato dal regime per motivi politici, mascherati da reati comuni. Non permettiamo che venga sacrificata un’altra vittima sull’altare dei diritti umani violati.
 
Yoani Sánchez, 27 febbraio 2013
Traduzione di Gordiano Lupi

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