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Ancora una vittoria mondiale per gli azzurri del deltaplano
18 Gennaio 2013
 

South Wales a circa cinque ore di auto da Sydney.

La squadra azzurra ha inanellato il terzo titolo mondiale consecutivo che va ad aggiungersi ai due titoli europei ed altri tre mondiali vinti in precedenza. Dopo gli azzurri si sono classificati Stati Uniti e Gran Bretagna.

La graduatoria individuale è tutta di Manfred Ruhmer, campionissimo austriaco che vanta cinque titoli mondiali ed una quantità di successi in ogni parte del mondo. Questo avveniva dopo una lotta appassionante contro Alessandro Ploner (San Cassiano, Bolzano), campione del mondo uscente ed oggi medaglia d'argento, che è stato sul punto di sorpassare l'asso austriaco, recupero mancato per una manciata di punti. Un altro azzurro, Filippo Oppici di Parma, perdeva prima, e riconquistava poi definitivamente una meritata medaglia di bronzo.

In campo femminile è emersa la tedesca Corinna Schwiegershausen davanti all'inglese Kathleen Rigg ed alla australiana Tove Heaney.

Tutta la squadra italiana ha dimostrato la massima coesione superando momenti difficili, come la penalità inflitta a Christian Ciech, trentino di Varese, che si è ampiamente riscattato vincendo due prove. Invece, il bresciano Tullio Gervasoni (foto) con la prestazione nell'ultimo volo ha permesso al team azzurro di acquisire i punti necessari alla vittoria.

All'affermazione azzurra ha dato grande apporto anche il resto della comitiva: Suan Selenati di Arta Terme (Udine), Davide Guiducci di Villa Minozzo (Reggio Emilia), il CT Flavio Tebaldi di Venegono Inferiore (Varese) e gli accompagnatori Sabrina Ranzoni di Luino (Varese) ed Andrea Bozzato di Verbania. Infine è quello australiano un successo anche per il deltaplano Icaro 2000 Laminar che conquista il titolo mondiale proprio in Australia, la terra di Bill Moyes, inventore di questo mezzo per il volo libero e dove opera l'azienda che porta il suo nome.

All'evento hanno partecipato 23 nazioni per un totale di 105 piloti che hanno affrontato percorsi tra 127 e poco meno di 250 chilometri dopo il decollo al traino di velivoli ultraleggeri, un sistema utilizzato dove non esistono pendii dai quali questi mezzi privi di motore possano involarsi.

 

Gustavo Vitali


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