Lo scaffale di Tellus
Gordiano Lupi. Una recensione poco natalizia 
Scrivere nella rete, by Zanichelli
25 Dicembre 2012
 

Stephan Porombka

Scrivere nella rete

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Zanichelli, pagg. 160, € 15,00

 

La prima cosa che mi sono chiesto quando ho aperto il pacchetto proveniente dalla casa editrice Zanichelli è stata: “Perché mi hanno mandato un manuale di scrittura creativa on line? Non lo sanno che odio i manuali di scrittura creativa? Non lo sanno che ho scritto tre libri contro le scuole di scrittura?”. Poi mi sono risposto che avevano citato Mario Gerosa e l’Antologia della webletteratura edita dal mio Foglio Letterario – un fallimento epocale, non l’ha letta nessuno, ne possiedo pile da mandare al macero – e allora mi sono detto: pensano che sia un atto dovuto, forse hanno pensato: vi abbiamo citato dovete parlarne bene per forza. Ecco, non mi conoscono. Non mi conoscono proprio.

La seconda cosa che mi sono chiesto è stata: “Potrà mai esistere uno Stephan Porombka, professore di letteratura e giornalismo presso l’università di Hildesheim che conosce Paolo Nori, Tommaso Pincio, Mario Gerosa e Il Foglio Letterario Edizioni? Forse Chiara Marmugi e Daria Biagi – curatori dell’edizione italiana – ci stanno prendendo per il culo?”. Mi pare proprio di sì, non ci posso mica credere che dalle parti di Hannover leggano i romanzi del cazzo di Paolo Nori. Ecco, poi a me un manuale di scrittura creativa già mi fa incazzare come idea di fondo, se poi prende come esempio di scrittura Paolo Nori, che a scrivere come Paolo Nori sono buono anch’io, basta scrivere come un bimbo scemo che non sa scrivere, allora siamo arrivati a dama. Questo Scrivere nella rete comprare non l’avrei mai comprato, figurati se compro un manuale di scrittura creativa dopo aver scritto nel 2003 Quasi quasi faccio anch’io un corso di scrittura. Manuale per difendersi dagli scrittori inutili, dove come esempio base di scrittore inutile – tra i tanti – citavo proprio Paolo Nori. Quasi quasi prima lo stronco e dopo glielo rimando a Zanichelli, bello impacchettato in una busta legata con lo spago e il nastro da pacchi, non fosse mai che non vada perso. Ma leggetevi Bianciardi se volete imparare a scrivere, editor del ciufolo della Zanichelli, leggetevi Calvino e Pavese, leggetevi Cabrera Infante – ché io quello traduco mica la letteratura russa, ma i manuali di scrittura creativa non li scrivo e nemmeno i blog del cazzo dove racconto che Bassotuba è andata a farsi fottere –, leggetevi scrittori veri, magari poco conosciuti e non pubblicizzati da grandi editori che stanno diventando sempre più piccoli, veri supermercati della spazzatura che pubblicano solo cazzate. Scrivere nella rete è un libro inutile, come la maggior parte degli scrittori inutili che frequentano la rete, inutile come leggere l’opera omnia di Paolo Nori. Leggi leggi e non ti resta niente. Il vuoto assoluto. Scrivere dovrebbe voler dire scavare nelle ferite, intingere la penna nel sangue dei nostri giorni, farsi persino del male mentre si cerca la vera essenza delle cose, mentre si tenta di fare letteratura. Scrivere non è far del male agli altri sommergendoli di cazzate. Diffidate di libri come questo. Diffidate di Paolo Nori. E pure di Tommaso Pincio, che – detto tra noi – so un cazzo chi sia.

 

Gordiano Lupi


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