Diario di bordo
Il mandante sta sempre in prima fila
23 Dicembre 2012
 

Sono una donna che ha subito violenza. Non violenza fisica, non botte o segni visibili… ma violenza psicologica. La mia colpa è stata solo quella di esprimere la mia intelligenza e il mio pensiero autonomo davanti a un uomo convinto che il mondo ruotasse intorno al proprio infinito e cieco EGO. Una colpa molto grave… punita con insulti, lettere aggressive, minacce più o meno velate, parole sussurrate all’orecchio, gesti espliciti, con la violazione della mia privacy e con l’annientamento della mia dignità. Sono stata chiamata “merda”, “malata mentale” e “psicopatica” in pubblico, con il mio nome e cognome come a dire all’intera cittadinanza: ECCO, VE LA INDICO. DA OGGI IN POI DOVETE EVITARLA COME LA PESTE.

La violenza psicologica è meno considerata di quella fisica, ma lascia tracce altrettanto sanguinanti dentro l’anima. Forse dovrei farmi coraggio e andare alle marce contro la violenza sulle donne che si stanno organizzando in questi giorni. Lo dovrei fare ma non lo farò. Perché la persona che mi ha oppresso con tutti quei gesti e quelle parole e quegli insulti sta in prima fila, a reggere lo striscione. Come sempre.

 

(da una testimonianza rielaborata da Grazia Musumeci)


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