Prodotti e confezioni [08-20]
Vetrina/ Marcello Alessandra. Piccolo profugo
06 Novembre 2012
 

È in uscita a Palermo il n. 3 di Unione News, una Testata che raccoglie 28 associazioni di promozione sociale in Sicilia. Su licenza degli autori e grazie alla redazione del periodico possiamo anticipare in Bottega letteraria il contributo di Marcello Alessandra, psichiatra e presidente di Estupendamente, con relativo splendido corredo iconografico (foto di Nicola Petrucci). Per informazioni e contatti con la rivista siciliana, gli interessati possono rivolgersi direttamente all'amico e collaboratore di Tellusfolio Leonardo Antonio Mesa Suero [» l.mesa@alice.it].

 

 

Non credo si possa restare indifferenti a ciò che accade attorno a noi.

In queste ultime settimane sono ripresi gli sbarchi dei clandestini a Lampedusa.

Be', io li chiamerei poveri dannati in fuga per una vita. Tendiamo ad avere paura del diverso e rinchiuderlo in luoghi di accoglienza, che non sempre però danno dignità a chi è costretto a viverli quei luoghi. È guardando con attenzione, tra quei volti di uomini, donne e bambini “sbattuti” da un mare non sempre clemente che nasce questo pensiero.

Non credo si possa, né si debba, restare indifferenti di fronte all’immagine di queste persone meno fortunate di noi che scappano dalla guerra, dalla persecuzione, dalla miseria solamente per cercare un pezzetto di TERRA ed un altro fratello.

 

 

Piccolo profugo

 

E poi è arrivato il giorno

sei salito anche tu su quel barcone

quando tutti cercavano uno spazio

quando ognuno pregava di arrivare

l’illusione di raggiungere una terra

che da adesso per te sarà promessa

 

E sentivi il fiato di chi era accanto

e cercavi il suo calore per resistere

alla notte che sembrava non passare

a quel freddo che nel mare non perdona

se per giorni devi stare lì in silenzio

nella stiva di una barca troppo vecchia

o sul ponte a ricevere le onde

di acqua fredda e di sale che ti spacca

una faccia logorata dalla fame

dalla sete e dal dolore di scappare

dalla terra dei tuoi padri

dal tuo mondo

 

Così piccolo

non sai perché stai lì

tra le braccia di tua madre

infreddolita

o già morta ma non molla la sua presa

per portarti forse in salvo

non lo so

se la terra che ti accoglie

non ti crede

se qualcuno ti condanna ancora prima

di toccare coi piedini quella spiaggia

 

Io non so se non vogliamo il tuo colore

o l’odore della pelle

o la tua fede

non capisco se ti abbiamo condannato

alla vita della fame o della guerra

se la nostra è la paura del diverso

o soltanto l’ignoranza e la vergogna

di un popolo che ha già dimenticato

quando andava alla conquista dell’America

con una valigia ancora di cartone

una foto nella tasca

e un po’ di pane

e un sogno che per molti è stato immenso

ma che a te

piccolo profugo innocente

non vogliamo più adesso regalare

 

Muori allora tra le acque di un canale

che tra pesci, i suoi scogli e i suoi fondali

porta adesso anche il sangue dei tuoi amici

di tuo padre oppure della madre

che ha creduto fino in fondo di salvarti

da una guerra che non era certo tua

e che noi

si noi civili

combattiamo

nel tuo nome

ma nessuno più ci crede

 

Che farai piccolo profugo africano

che sarà della tua vita

o della morte

che dirai alla tua gente

se per caso

riuscirai a diventare un po’ più grande

e a ricordare ancora

quella lunga ed infinita traversata

in un mare che nessuno vuole più.

 

Marcello Alessandra


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