Diario di bordo
Milano. EveryOne: “La poesia può cambiare il mondo” 
Cade l'accusa di riduzione in schiavitù: presto a casa i fratelli Covaciu
05 Ottobre 2012
 

Milano – È caduta l'accusa di “riduzione in schiavitù” che le autorità milanesi avevano ipotizzato per Danut e Liliana Covaciu, gli zii di Rebecca Covaciu, la giovane artista Rom vincitrice di tanti riconoscimenti per la sua arte e per il suo impegno civile.

A Genova il 29 settembre scorso, nell'ambito di “100 mila poeti per il cambiamento”, Roberto Malini aveva letto (e in parte cantato, accompagnato dal chitarrista Marcello Zuinisi) la poesia “Bambini rubati”, che denunciava la sottrazione da parte delle autorità di quattro bambini Rom ai genitori, nella città di Milano. – Il motivo? Null'altro che la la loro povertà, la loro diversità.

Nei giorni precedente la stessa poesia, unitamente a una lettera sull'iniquità del provvedimento e delle accuse, veniva recapitata ai magistrati del tribunale di Milano, dove i genitori rischiavano da 8 a 20 anni per quell'assurda imputazione.

Il procedimento è stato archiviato e ora si attende soltanto che i bambini tronino a casa, dove mamma e papà li aspettano.

Vince così l'azione civile promossa dal Gruppo EveryOne e da Nazione Rom, sostenuta dall'UNICEF e dall'UNAR.

«Ringraziamo le organizzazioni che ci hanno appoggiato in questa difficile sfida di civiltà», ha dichiarato ieri, giustamente soddisfatto, il Gruppo EveryOne commentanto la notizia giunta dal palazzo di giustizia. «Vince la poesia, la poesia di Roberto Malini “Bambini rubati”, inviata ai giudici, alle istituzioni internazionali, nazionali e locali, ai media, alle organizzazioni umanitarie. Recitata, gridata, cantata nelle performance poetiche».


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