Diario di bordo
Grazia Musumeci. E venne gił la collina
01 Ottobre 2012
 

– Ho voglia di fotografare... andiamo alla festa del Santo con Toni e gli altri?

– Perché invece non andiamo a Giampilieri? Oggi è un anno da quando c'è stata la frana... è solo a un'ora di macchina da qui. Andiamo a guardare con i nostri occhi che cosa è successo.

– Dai, ci sto!

È iniziata così, il 1° ottobre 2010, ad un anno esatto dalla tragedia di Giampilieri (alluvione, frana della collina, 37 morti tra cui molti bambini), il cambiamento di vita di due ragazze. Due amiche all'avventura, macchina fotografica tra le mani, che andavano “tanto per far foto”.

Ma quando si arriva a Giampilieri, alle porte di Messina, a quel che rimane della via Puntale... cumulo di macerie dove un tempo esisteva un villaggio e un arco del Settecento... non si possono far foto “tanto per fare”. La tragedia la respiri, ti entra nelle ossa. E ti stravolge la vita per sempre.

Le fotografe spavalde hanno paura a tirar fuori la macchina fotografica, perché improvvisamente Giampilieri non è solo “un posto”, ma una scia di anime spazzate via dalla furia della natura.

Dissero che era colpa dell'abusivismo (falso!).

Dissero che era un fatto di cronaca come un altro (falso!).

Dissero che avrebbero pagato per quei danni (falso!).

Giampilieri era ancora lì, ferita a morte, con i nomi delle vittime scritte sui muri e i pupazzetti dei bambini sbattuti dal fango a 6 metri di altezza, sul filo del telefono all'angolo della via. Giampilieri aveva bisogno di parlare... e ha parlato. La gente ci fermava per strada, raccontava, racconta ancora oggi se ci andate. A tre anni di distanza. E lo farà per i prossimi cento anni.

E all'improvviso la macchina fotografica non era più un passatempo della domenica... era il megafono per dar voce a questa gente dimenticata, per cui nessuno fece appelli dagli schermi del TG5. Era il megafono di vecchi e bambini che spalavano, vanga in mano, senza tanto clamore e pubblicità. In silenzio, con dignità. E noi lì, a testimoniare.

Siamo tornate altre volte a Giampilieri, dopo allora. E ogni volta quel paese ci entrava nel sangue un pochino di più. Viviamo lontano... a Catania, ad Acireale, a Riposto ... ma ogni volta che torniamo lì ci sediamo con la gente del paese e ricordiamo con loro. Come se ci fossimo state anche noi. Perché chi ha camminato per quel che resta di via Puntale, come noi, rimane a Giampilieri per sempre. (grazia musumeci)

 

 


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