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Flavio Bacchetta. La Giamaica tra due fuochi 
Videofotoservizio da un piccolo paese del Centro America
'Vogliamo che la Polizia si assuma le sue responsabilità' 
05 Agosto 2012
 

Nelle discussioni di questi giorni sulla situazione in Centro e Sud America, e in particolare in quella scaturita a commento dell'articolo di Carlos Alberto Montaner pubblicato da Tf il 25 luglio scorso, nella quale sono scaturiti dati e confronti tra i diversi paesi dell'area a proposito della sicurezza, riteniamo utile pubblicare questo contributo di Flavio Bacchetta. Il reportage sulla situazione in Giamaica, che mette a fuoco proprio questo aspetto, risale alla primavera scorsa, ma resta di vivo interesse e attualità per un piccolo paese di cui poco si conosce in Italia.

L'occasione è gradita anche per dare il benvenuto a Flavio Bacchetta, che ancora si trova in Giamaica e che ci ha promesso di mandare altre corrispondenze e interventi dal Centro America.

 

 

Nell’anno 2010 la Giamaica ha raggiunto il poco invidiabile primato di 2.000 omicidi di cui il 20% circa da attribuire alle forze dell’ordine che spesso durante le irruzioni dei Reparti Speciali e il lavoro di pattugliamento si macchiano di “omicidi collaterali” che coinvolgono cittadini innocenti.

Niente male se si considera che la Giamaica è un isola con dimensioni inferiori alla nostra Sardegna e conta circa tre milioni di abitanti. Una media scudetto che in proporzione al numero delle persone la porta ai vertici della “classifica” insieme a Nazioni ben più imponenti come Colombia e Messico.

Nei primi mesi del 2012 questi “incidenti” hanno raggiunto già quota 100; solo nel mese di marzo 28 persone hanno brutalmente perso la vita falciate dai proiettili della JCF (Jamaican Constabulary Force), la polizia giamaicana. Proiettili vaganti o erroneamente direzionati: il Marzo di sangue, iniziato beffardamente l’8, nella festa della Donna, ha visto cadere 2 ragazzine di scuola media, Nicketa Cameron e Vanessa Kirkland (entrambe di 13 anni), un numero imprecisato di adulti (tra cui donne che tornavano a casa dal duro lavoro) e vecchi di 75 – 80 anni mentre giocavano pacificamente a domino, quella che è la dama caraibica.

 

Una media impressionante di un caduto al giorno.

Dall’altra parte della barricata troviamo i veri delinquenti che non stanno certo a guardare: per cui triplicate il dato precedente ed avrete un’idea dell’entità del bottino umano che finora i gunmen (letteralmente “uomini-pistola” ovvero sicari) hanno accumulato. Grazie a questa comunanza di intenti il primato di omicidi che la Giamaica aveva ottenuto due anni fa si avvia tristemente ad essere “migliorato” nel 2012.

Durante questi lunghi anni di lutti e spargimenti di sangue due nomi si sono particolarmente distinti per la loro efferatezza in entrambi gli schieramenti:

Reneto Adams, superintendente di Polizia e coordinatore delle Forze Speciali;

Christopher “Dudus” Coke, il Totò Riina giamaicano per eccellenza, boss della gang Shower Posse, la più potente organizzazione criminale giamaicana che opera soprattutto negli Stati Uniti (in particolare a New York, New Jersey e Florida), trafficando armi e droga.

Sup Reneto, bad man cop, il poliziotto criminale, come lo definiscono i giamaicani – che sono specialisti in nomi d’arte – si è macchiato (soprattutto negli anni che vanno dal 1999 al 2003) di stragi così efferate (e tutte rimaste impunite!) che Amnesty International avviò nei suoi confronti un’inchiesta internazionale per crimini contro il genere umano. Il picco di tali azioni fu raggiunto nel 2003: Mr. Adams ordinò un’azione punitiva nei confronti dei ghetti di Braeton Hill e Red Hill road e in soli tre giorni i suoi uomini uccisero a sangue freddo, dopo averli arrestati, 27 persone. Dopo quella notte “dei Lunghi Coltelli” testimoni affermarono che il silenzio, tipico della notte stessa, veniva rotto di continuo da grida disperate invocanti pietà. Nel corso dell’autopsia successiva i 27 cadaveri risultarono crivellati da una media di 30-40 colpi ciascuno, di cui una decina tra testa e collo. Tutti presentavano il classico colpo finale alla nuca: execution style. A seguito di tale massacro, dopo reiterate proteste popolari e dei media locali, durante l’inchiesta di Amnesty il Ministro della Sicurezza Nazionale dichiarò: «Non esistono diritti umani a meno che l’ordine pubblico non sia garantito» e a riprova della sua asserzione diffidò Amnesty a non commettere ingerenze negli affari interni della Giamaica: più chiaro di così…

In quattro anni le death squads (squadre della morte) di Adams han fatto fuori oltre 600 persone, di cui circa un terzo sono risultati estranei ai fatti contestati. Bad man cop è sempre rimasto impunito e anche se venne trasferito di sede dopo il 2006, ancora oggi è ai vertici della polizia giamaicana.

Passiamo in quella che dovrebbe essere l’altra parte della barricata. Il nome Shower Posse della gang di “Dudus” è dovuto alla sua generosità nel distribuire proiettili ai concorrenti nel business: una vera e propria doccia (shower). Il quartier generale del Boss è sempre stato nei ghetti di Tivoli Gardens e Denham Town, feudi elettorali, tra l’altro, del JLP, il Jamaican Labour Party, il partito laburista che si è alternato dal 1962, data dell’Indipendenza, alla guida del Paese con il PNP (i Tories locali), tutti sulla falsariga del sistema Parlamentare britannico.

Lo strapotere di Dudus, che all’interno dei suoi feudi aveva potere di vita e di morte (famigerate le sue camere di tortura ritrovate all’interno di questi dopo una rivolta del 2010) e la sua impunità durata oltre vent’anni anche per le sue operazioni di export di armi e coca negli Stati Uniti, sono dovuti essenzialmente al suo rapporto preferenziale che egli ha sempre avuto con i leader del Jlp, da Edward Seaga, Primo Ministro dal 1980 al 1988, fino al suo delfino Bruce Golding, Premier dal 2007 al 2011.

Seaga, ex produttore musicale, è stato l’artefice in Giamaica della cultura dei Garrisons, termine che si può tradurre come “presidi”. Tivoli Gardens e Denham Town, due enormi ghetti poverissimi (ancora oggi senza fognature ed acqua corrente nella maggior parte dei loro lotti), sono sempre stati i Presidi armati delle gangs e allo stesso tempo collegi elettorali del JLP.

Di origini siriane, Seaga ha sfruttato cinicamente la povertà dei suoi Collegi e la spietatezza della Shower Posse per creare un’esercito di disperati armati fino ai denti che spalleggiasse lui ed i suoi successori durante i periodi elettorali. La guerra civile che ha insanguinato l’isola dal 1978 al 1980 ne è stata la dimostrazione più cruenta. A Dudus e compari, Seaga prima e Golding poi hanno assicurato per decenni soldi in abbondanza, armi e impunità piena nei confronti dei loro crimini, domestici ed esteri.

Gli Stati Uniti, sia al tempo di Reagan che poi di Bush Padre e Figlio, hanno assecondato questo andazzo per interessi sia politici che economici: nel 1983 il JLP spalleggiò Reagan fornendo truppe in appoggio all’invasione di Grenada e Seaga concesse carta bianca alle Compagnie americane per lo sfruttamento delle miniere di bauxite, la materia prima che compone l’alluminio, di cui la Giamaica è prima produttrice mondiale. Ancora oggi gli Usa possiedono tutte le miniere, per cui la Giamaica ricava solo esigue tasse e l’occupazione della manodopera locale.

Negli anni '80 è rimasta scolpita l’alleanza tra Seaga, Bush Padre e il dittatore di Panama Noriega, in opposizione a Fidel Castro che era invece supportato dal leader del partito rivale, Michael Manley. Si è dovuto aspettare il buon Obama che, stufo di questa storia, nel 2009 chiese con insistenza a Golding l’arresto di Coke.

Il successore di Seaga, Golding appunto, uomo debole e altamente compromesso con il criminale, a cui fece di frequente ricorso durante il suo mandato, ignorò tale richiesta per oltre un anno, fino a quando gli USA minacciarono di tagliare i fondi dell’FMI alla Giamaica, dai quali è totalmente dipendente, essendo anche i proventi del turismo per larga parte destinati alle compagnie americane e spagnole proprietarie degli hotel disseminati lungo l’isola.

Il resto è storia nota, riportata anche in modo distorto specie dai media italiani: la polizia insieme alla JDF (Jamaican Defence Force, l’esercito) attacca a fine Aprile 2010 Tivoli Gardens e Denham Town ma viene respinta in un primo tempo da una resistenza agguerrita, lasciando sul terreno parecchi morti.

Nel frattempo la rivolta si estende a tutta la Capitale e vengono incendiate banche, negozi, stazioni di polizia con gli agenti che se la danno a gambe levate. Nella periferia di Spanish Town la gang di New Order blocca l’accesso a Kingston con trincee e barricate dando inizio ad una serie di massacri e ritorsioni.

L’esercito prende in mano la situazione ed attacca i ghetti compiendo carneficine che non risparmiano donne e ragazzi. Gli elicotteri bombardano e una fila ininterrotta di cadaveri intasa la Morgue di Kingston, costringendo i militari a buttare altri corpi nei cimiteri di campagna. I cadaveri rimangono insepolti per giorni.

Dopo due settimane la rivolta è domata, ma ad alto costo di vite umane e una reputazione già non eccellente compromessa in modo definitivo.

Dudus intanto se l’era già svignata da un pezzo: altro che l’eroe modello Robin Hood che tanti media avevano stoltamente descritto. Verrà arrestato casualmente solo un mese dopo e deportato. Tra la paura della confessioni di Dudus e la magra figura internazionale porteranno alle dimissioni Golding, il 26 settembre 2011.

Nel turbolento finale del 2010, dopo l’arresto di Dudus la Giamaica soffrì di un vistoso calo del turismo dovuto alla paura di nuovi tumulti. La recessione si aggravava mentre la polizia si macchiava di altri delitti, a causa soprattutto della scarsa preparazione professionale e psicologica di molti dei suoi membri.

Mentre a Kingston coprifuoco e rastrellamenti continuavano, suffragati dalle richieste di una cittadinanza terrorizzata, fatti atroci accadevano anche nelle aree turistiche: ad Ocho Rios, uno dei più importanti porti di crociera dei Caraibi, un senzatetto venne accusato dai residenti di omicidio. Senza preoccuparsi di verificare i fatti, una pattuglia arrivò e cominciò a bastonare selvaggiamente il disgraziato davanti ad una folla plaudente, riducendolo in fin di vita. Un detective in borghese estrasse la pistola e lo finì con due colpi. Davanti a tutti. La scena venne ripresa da un telefonino ed il video fece il giro di YouTube. In seguito si accerterà la totale innocenza della vittima. Davanti all’evidenza dei fatti, 3 agenti vennero arrestati su ordine del Commissioner Ellington ma, passato il clamore della vicenda, vennero rilasciati e riammessi nei loro ranghi.

La persecuzione degli homeless o “streetpeople”, come vengono chiamati in Giamaica i barboni, si era già evidenziata nel 1999 quando una notte, a Montego Bay, la polizia sequestrò decine di questi scaricandoli come rifiuti in un sito di campagna dove venivano estinte le scorie tossiche della bauxite. Allora solo la presenza di un giornalista del Mirror che aveva pedinato il convoglio evitò ai poveretti un morte certa.

A Novembre dello stesso anno, dopo una rapina avvenuta in pieno giorno nella reception dell’ Hotel Riu a Negril, una pattuglia fece irruzione dentro il cortile di un piccolo albergo, il Sunrise, gestito da un gruppo di italiani. Un ragazzo senza alcun precedente penale, Frederick Hill detto Mickey, venne avvicinato da un agente, Malika Reid, che gli intimò di mostrare il contenuto dei sacchetti della spesa che Mickey aveva fatto nel vicino supermercato. Ad un tratto Reid puntò la pistola e gli sparò tre colpi, di cui due a segno nel petto e uno nel collo, freddandolo all’istante. Al sopraggiungere dei turisti e del personale dell’hotel, il cadavere venne caricato sul pulmino di servizio e portato via.

I fratelli di Mickey sono sposati con due cittadine italiane che lavorano all’interno dell’albergo. Lui faceva parte dell’equipaggio del catamarano di Negril.

 

Bad cops, good cops

Dopo questo fatto che coinvolge anche residenti stranieri, la INDECOM, Commissione Indipendente di Investigazioni affiliata agli Affari Interni della polizia, decise di andare a fondo ed arrestò per omicidio volontario l’agente che aveva freddato il giovane. Ma nello stesso giorno dell’arresto intervenne la DPP, il Reparto Investigativo, e consentì il rilascio su cauzione dell’indiziato accusando la Indecom di averli scavalcati illegalmente. Da allora ogni tre mesi si ripete la farsa della chiamata in giudizio di Mr. Reid che viene poi puntualmente rimesso in libertà, ultimamente senza neanche pagare il bail (la cauzione) che la legge richiede.

La ong Jamaicans for Justice continua a seguire il caso spalleggiata dalla Indecom il cui capo, Mr. Terrence Williams, non rinuncia alla sua lotta contro gli abusi delle forze dell’ordine e per questo motivo viene di continuo accusato dai poliziotti di essere un complice della criminalità e di esibire pregiudizi a supporto delle sue tesi. Questo conflitto interno alle strutture di polizia sta aggravando notevolmente il livello dello scontro giornaliero con la criminalità e gli ultimi omicidi collaterali di Marzo, che la DPP continua a definire “incidenti di percorso”, ne sono la diretta conseguenza. La popolazione giamaicana, che di solito non conosce mezze misure, si schiera su due fronti diametralmente opposti:

nel primo ci sono quelli che supportano apertamente i metodi violenti della polizia e la giustizia sommaria applicata dai suoi membri, temendo di più il fatto che le gangs possano prendere il sopravvento;

dall’altra parte emerge l’esasperazione, specialmente nei ghetti e nelle comunità più povere su cui il Potere si accanisce, per dover tollerare senza poter reagire questo clima di repressione e di uccisioni a casaccio, e le ultime dimostrazioni di protesta avvenute a Kingston esprimono tale frustrazione.

La conseguenza peggiore che scaturisce da questo clima è quello di una omertà stile mafioso che chiude a riccio le maglie di una Comunità di fronte alla giusta denuncia nei confronti di crimini perpetrati dalla delinquenza.

Il motto sempre più diffuso quando succedono fatti di sangue è il seguente : “Hear? Me deaf ! See? Me blind! Talk? Me dumb!”, cioè: “Sentire? Sono sordo! Vedere? Sono cieco! Parlare? Sono muto!”. Un po’ come le tre scimmiette di nostra conoscenza.

Un argine essenziale della lotta contro la criminalità che è quello della delazione (in Giamaica esiste un numero verde che consente le denunce restando nell’anonimato) sta crollando rovinosamente proprio a causa di questi abusi polizieschi senza freno. E sarebbe questo il favore più grande fatto ai vari Dudus e suoi successori, che potrebbero continuare a farla franca e come se ciò non bastasse ergersi al ruolo di paladini del popolo che in verità hanno sempre badato a spolpare e sfruttare, in tandem con i governanti loro protettori.

 

Flavio Bacchetta

(da CaffèNews, 27 aprile 2012)

 

 


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