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Pił luci/ Eugenio Rebecchi per cinque poetesse
28 Luglio 2012
 

Un passo nel buio, fuori è notte. Poi, una luce, più luci, forse cinque, e un canto soffuso, poesia. Ho letto versi fino a starne male. Ho sofferto, ho pianto, sono stato felice. Ho conosciuto amore, dolore, storie, pensieri, intimamente coinvolto dal racconto di chi scrive. Fiumi d'inchiostro hanno inondato i miei giorni sempre. L'emozione, in fondo, è la propria sensibilità sollecitata da un evento, fosse pure il nonnulla di un battito; d'ali, di ciglia, d'un muscolo a forma di cuore avviato da un verso. Ho pensato, allora, che la vita (un malcelato desiderio di eterno) è presunzione d'immortalità. Resta la certezza dell'effimero, poesia a dispetto!

 

Eugenio Rebecchi

(dalla prefazione del poeta a: Quando il poeta è donna, Blu di Prussia Editrice, Piacenza 2002)

 

 

Questo post condurrà a cinque poetesse – per ciascuna verrà proposta una sola poesia – in una serie che qui albeggia. Le foto del piccolo florilegio sono di Patrizia Garofalo.

 

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