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Teglio. Sant’Eufemia: quando l’arte svela più di quel che sembra
20 Luglio 2012
 

A chiunque visiti Teglio non può sfuggire una sosta alla grande chiesa nel centro del paese: la collegiata di Sant’Eufemia. Le guide e le insegne la presentano come composito e armonioso complesso architettonico del XV e XVII secolo, ma va detto (come afferma lo storico Garbellini) che il suo impianto architettonico è sicuramente lo stesso del tempio romanico consacrato l’8 novembre 1117, come da atto notarile a firma dell’allora vescovo di Como Guido Grimoldi. Negli scorsi anni, grazie anche all’interessamento e all’appassionato lavoro di ricerca del parroco di Teglio don Flavio Crosta e di studiosi come il professor Gianluigi Garbellini, si sono effettuati diversi scavi ad opera della Sopraintendenza archeologica della Lombardia che hanno portato alla luce reperti archeologici che suffragano l’ipotesi di altre chiese realizzate nei secoli antecedenti. Sopra tali resti sarebbe dunque stato innalzato il tempio romanico del XII secolo.

Nonostante alcuni interventi nei secoli successivi (nel Cinquecento il rosone, la torre campanaria, il portale ad opera dei Rodari; nel XV sec. le nuove coperture con volte a ogiva e a tutto sesto ecc.) lo stile chiaramente romanico della chiesa di sant’Eufemia si denota sia all’esterno che all’interno della chiesa; la decorazione ad archetti pensili tipici di quello stile, il fronte a capanna con lesene in pietra, i superstiti elementi scultorei dei leoni del portale nord e del Cristo Pantocratore (raffigurazione iconografica del Cristo assiso in trono in atto benedicente, tipica dell’arte bizantina) sull’ala sinistra della facciata. All’interno si rileva la pianta basilicale a tre navate con volte a crociera e cinque campate. È assente il transetto, che normalmente si riscontra a richiamo del braccio orizzontale della croce, ma a lato dell’altare - a capo delle navate laterali – si trovano i due altari dedicati alla Vergine Maria e a san Giovanni Battista, cosa che determina un medesimo risultato. L’immagine di Gesù crocifisso viene evocata dal presbiterio, nel luogo deputato per eccellenza. Questi tre altari appaiati, come da struttura a deesis tipica bizantina (la Madonna e il Santo, col Cristo al centro), determinano il convincimento che l’attuale chiesa di Sant’Eufemia abbia origini veramente antichissime, addirittura una fondazione nell’alto Medioevo, vicina all’ambito bizantino, appunto. E non si dimentichi che la stessa santa, Eufemia, venerata come martire dal mondo cristiano e ortodosso, è radicata nel culto bizantino. Nata in Calcedonia, nel 303 subì il martirio di essere data in pasto ai leoni, che la uccisero ma non divorarono il suo corpo, per essersi rifiutata di immolare una vittima al dio pagano della sua città.

A suffragio del “fattore bizantino”, alla tesi che fa risalire le origini della collegiata di Sant’Eufemia all’epoca di quell’impero, tesi che richiederà per essere avallata ulteriori scavi ad esempio nel vano sotterraneo ai piedi del presbiterio, c’è anche la considerazione di notevoli asimmetrie tipiche dei moduli costruttivi di quel periodo, riscontrabili osservando attentamente la pianta del sacro edificio. (Molto più che visitandola personalmente, nel qual caso si ha l’idea di un’assoluta armonia e solennità, grazie anche ai robusti pilastri e alle arcate a tutto sesto). A un attento esame, dunque, saltano agli occhi delle stranezze: una generale disarticolazione delle strutture, degli spazi fra campata e campata, dei pilastri fuori squadra e differenti superfici a pavimento. Chiaramente non si tratta di incapacità o superficialità di costruttori e capomastri. Anche perché, ad escluderne il sospetto, l’indagine di studiosi e addetti han portato a ritrovare traccia di costruzioni analoghe, con simili vistose irregolarità, presso altre chiese sorte proprio nel periodo che va dall’XI al XII secolo, nell’area lombardo-ticinese, ad esempio: la cattedrale di Coira, s.Caterina di Locarno, san Michele di Padova, il Duomo di Piacenza ecc.

Le ricerche sono approdate lontano, ai Padri della Chiesa per i quali l’edificio sacro è simbolo del corpo di Cristo, e anche agli studiosi di arte sacra e liturgie medievali che affermano che il tempio riproduca in pianta lo stesso Crocifisso: ciò ha portato all’intuizione che anche la chiesa di Sant’Eufemia, come le altre degli esempi citati, rimandi col suo impianto architettonico asimmetrico, e in particolare con la sua navata centrale dallo sviluppo leggermente sinuoso, al corpo di Gesù disteso sul legno della croce col capo reclinato sulla spalla destra.

Tutte queste affascinanti scoperte aggiungono sicuramente valore artistico alla collegiata di Sant’Eufemia, conferendole lo status di edificio di culto antichissimo.

 

Annagloria Del Piano


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