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Vetrina/ Federica Bonzi. Una domanda 
Con commento di Enrico Marco Cipollini
14 Luglio 2012
 

Una domanda

 

Vita

chi deve

perdonare

tra noi?

 

Chiedi scusa

complessa

fin da prima

che ci fossi

 

I tuoi regali

inattesi

spesso sgraditi

di amaro sapore

 

Le strade

pensate

sempre ostili

curve brusche

 

Momenti non colti

per avverso fato

distanze intrise

di rancore

 

Ti perdono vita

cuore mente

canzoni parole

incontri preziosi

 

Perdono dato

che non si poteva

anima generosa

a dispetto

 

Luoghi impensati

lusinghe leggere

vanità raccolte

squisiti vezzi

 

Amore che non è amore

sangue vene lacerate

finalmente carezze

ventre cerca ventre

 

Vita mi piaci

ti accolgo

come sei

bene e male

 

Nulla ti somiglia

 

Federica Bonzi

(da bellezzainstabile, 2 maggio 2012)

 

 

 

Commento

di Enrico Marco Cipollini

 

Non so che sia il vivere, non so definirlo. Sono stato trasportato da un Eden al dolore, dove le lacrime non raggiungo gli occhi ma ti distruggono con forza inaudita. Che sarà il domani per me? Non lo so, quare nescio, direbbe Catullo. Amici cari sparitiperché? La vita è pericolosa perché è sofferenza, direbbe E. Severino.

Leggo e mi immergo in tale poesia… l’angoscia del vivere ma anche il non piangersi addosso. Grazie, Federica. La poesia non farà scoppiare rivoluzioni ma ti muta, ti fa fondere con il significato autentico del tuo ek-sistere. L’uomo interiore lo vedi concretamente nell’incedere, nelle sue tracce nel mondo. Potrei richiamare a tal proposito Kierkergaard, Heidegger di Sein und Zeit o altri… oppure il dipinto di Ed. Munch con il suo grido disperato… No, eppure nella tua Domanda c’è questo ed altro. Mi ero proposto di scrivere un saggio sull’esistere ma sarebbe stato scorretto. Non so, rimarrai delusa o ti sentirai grata? Non so... Sarai tu a dirmelo, in privato…

La tua “Domanda” la faccio mia, senza garantismi provvidenziali. -La Vita e il Dolore, La sua Angoscia.- Noi siamo, non c’è dubbio ma siamo gettati per caso nel Mondo per caso. Non siamo esseri privilegiati perché pensiamo altrimenti gli Schiaffi della vita ci carezzerebbero e basta. Siamo, esistiamo e basta. Siamo in tal tempo e in tal spazio… temporali «essenti» di un gioco che non sappiamo del perché... Tacciamo, noi, non fingiamo ipotesi, ci asteniamo dal “perché”, prendiamo dalla vita schiaffi solenni e carezze inaspettate. Cara Federica, il tuo dettato poetico lo sento mio… So solo che, per me, contro ogni Storia con la Maiuscola, vale il microcosmo nostro, con le sue angosce e gioie… La Storia è fatta anche di noi come la “talpa” hegeliana che si muove, scava sotto… Ma sai, Fede, nulla è mai certo in sede filosofica. Grande lezione appresa dagli Scettici dell’antichità.

Il tuo dettato lirico si snoda tra amarezza indicibili, sorprese di gusto amaro però il fascino della vita vince omnia. «Vita mi piaci/ ti accolgo/ come sei/ bene male// Nulla ti somiglia» (Il grassetto della chiosa è mio). Ciao e ridestaci dal torpore e dalle amarezze quotidiane; noi Siamo, nonostante tutto.


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